ANDROLOGIA
Un film sul benessere di coppia
Dai campi di calcio al cinema: dopo le partite della campagna «L’amore in gioco», con andrologi e cantanti impegnati per la prevenzione e la solidarietà, la Società italiana di andrologia (Sia) debutta sul grande schermo.
«Da oltre venti anni la Sia promuove campagne di sensibilizzazione servendosi di strumenti e linguaggi sempre più attuali. Oggi si presta per la prima volta a essere promossa nei cinema attraverso il film Smile Factor, uscito il 20 aprile, per migliorare la conoscenza dell’andrologo e far riflettere con ironia sull’importanza di rivolgersi tempestivamente allo specialista se qualcosa non va sotto le lenzuola», dichiara Alessandro Palmieri, presidente della Società.
Il film ideato, diretto e interpretato da Gaetano Gennai, con la regia di Igor Buddai e distribuito dalla Cecchi Gori Home Video, racconta le peripezie dei quattro protagonisti che, dopo la morte di Carlo Conti, vengono convocati dal notaio per ascoltare la lettura del testamento. E scoprire così che le sue ultime volontà sono che venga realizzato un format televisivo dedicato alla comicità toscana. Ne combineranno di tutti i colori. La pellicola si avvale della partecipazione amichevole dello stesso Carlo Conti e di Massimo Ceccherini.
Vi è anche la partecipazione di due specialisti che interpretano rispettivamente il ruolo di un andrologo e di un paziente in una scena che fotografa quello che quotidianamente succede negli studi. Alessandro Palmieri, infatti, si trova alle prese con il paziente - tipo, interpretato dal consigliere Sia Nicola Mondaini, che impersona un marito afflitto da problemi legati alla sfera sessuale, ma che minimizza un po’ troppo.
«Purtroppo appena un italiano su dieci sa chi sia l’andrologo e di cosa si occupi e mentre la donna decide in una settimana di rivolgersi al ginecologo, l’uomo impiega anche due, tre anni - spiega l’esperto -. Questa riluttanza riguarda anche i giovani: si stima, infatti, che il 25, 30 per cento degli under 18 abbia già un disturbo sessuale che può compromettere la fertilità e che sarebbe rimediabile facilmente, se riconosciuto in tempo. Speriamo davvero che il film contribuisca a far riflettere sorridendo».
© Riproduzione Riservata