L’INIZIATIVA
«Un regalo ai figli di Laura Taroni
Omicidi in corsia, gli infermieri vogliono organizzare una colletta per i due ragazzi ora in comunità protetta
«Chissà come stanno i due figli di Laura Taroni. Sta per arrivare Natale: come lo passeranno in quella struttura protetta? Sono soli e sarebbe bello se potessimo fargli arrivare qualche giocattolo»: la salute dei bambini è uno dei pensieri fissi di una parte del personale sanitario che ha denunciato la coppia diabolica.
«Al momento è solo un’idea arrivata in coincidenza di una delle prime giornate di festa. È un pensiero che non ha ancora preso corpo, ma sappiamo che ci sono due bambini che hanno sofferto e stanno soffrendo tanto, in qualche modo dovremmo aiutarli. Magari sarà difficile concretizzarla oppure diranno che non è opportuno, proprio per tutelarli».
A distanza di una settimana dagli arresti e dagli sviluppi dell’inchiesta, i testimoni restano nelle loro posizioni di riserbo e silenzio e mantengono la linea: «Abbiamo parlato con chi dovevamo, bisogna che gli inquirenti e i magistrati facciano il loro lavoro».
Ma tornano sulla questione dei bambini: «In una struttura protetta sono al sicuro. L’ipotesi è quella di acquistare dei giochi che a loro piacevano, magari dei Lego o in generale delle costruzioni, e farglieli recapitare tramite le forze dell’ordine in modo totalmente anonimo», precisa poi una delle ex colleghe di Taroni.
«Che non si pensi che vogliamo metterci in contatto o interferire in qualsiasi modo con l’iter delle indagini, si tratta solo di un pensiero rivolto a dei bambini che abbiamo visto molte volte e che sappiamo cosa hanno passato».
Il riferimento è anche rivolto alle intercettazioni raccolte dai carabinieri e che sono state diffuse.
«Meno si parla di alcuni aspetti meglio è, i bambini devono essere tutelati». Sono pensieri delicati che sembrano spezzare l’ultima settimana di ansia, come racconta una delle persone che ha denunciato la coppia diabolica: «Cerchiamo di continuare a fare la nostra vita normale, anche se ormai i nomi di tutti circolano ovunque. Di tutto ciò che riguarda l’inchiesta, non si parla con nessuno».
Mentre dalle testimonianze raccolte, non solo fra il personale sanitario ma anche fra chi conosce Laura Taroni e la sua famiglia a Lomazzo, emerge che i due bambini «Restavano dove la madre li metteva, fermi e zitti. Interagivano il minimo indispensabile e, con gli adulti, parlavano a monosillabi. Ma sono due bambini molto intelligenti. A sentire Laura, la loro stranezza era dovuta a problemi psichiatrici e per questo erano in cura. Ma era tutto falso».
© Riproduzione Riservata