LA SVOLTA
Un terzo del Casermone al Comune
Lunedì Cassani a Roma: «Non serve più la contropartita»
Il ministero della Difesa, l’agenzia del Demanio e il comune di Gallarate, lunedì prossimo a Roma, si siederanno al tavolo per dettagliare l’impegno della durata di tre anni ad «avviare un rapporto di collaborazione istituzionale, attivando processi virtuosi volti a massimizzare il rendimento e le potenzialità di utilizzo degli immobili pubblici siti sul territorio comunale che garantiscano il soddisfacimento delle rispettive e interconnesse esigenze di riqualificazione urbana, razionalizzazione degli spazi e ottimizzazione della spesa pubblica». Come è letteralmente sancito all’articolo 2 (“Finalità”) del protocollo d’intesa a tre che sancisce, dopo lunga attesa, la svolta nel destino del Casermone di viale Milano. In pratica, fuori dalle formule di rito, ognuna delle parti in causa avrà il suo tornaconto attraverso una sorta di lottizzazione in due macro-aree dell’ex 2° Deposito centrale dell’Aeronautica militare.
La delibera
L’amministrazione comunale delibera di aderire all’intesa con Difesa e Demanio nella seduta di giunta di giovedì scorso. Una scelta importante, perché mette un confine preciso tra il prima e il dopo del presidio militare dismesso nel 2015 e, soprattutto, apre la strada al rilancio urbanistico del quartiere Madonna in Campagna. Ma è nella mattinata di mercole 29 che la pratica prende vigore sotto il profilo politico e pubblico Comunque sia, nell’atto votato da tutti gli assessori (unico assente Sandro Rech) si dà anche facoltà al sindaco Andrea Cassani di apportare le modifiche necessarie, purché non sostanziali, al testo approvato con l’obiettivo di facilitare le finalità prefisse. In pratica, potrebbe esserci ancora qualcosa da limare nel do ut des a tre.
La divisione
In effetti resterebbe da capire come poter valorizzare i due terzi della superficie che rimarranno, almeno per il momento e secondo protocollo, alla Difesa. Quest’ultima li vorrebbe far fruttare tramite cessione, anche a privati, in cambio di una fornitura e di un’opera a suo favore: la prima è un adeguato numero di coperture mobili nelle quali ricoverare aerei e da utilizzare nelle basi di Ghedi, Villafranca e Grazianise per 2 milioni 700mila euro; la seconda è la ristrutturazione e la realizzazione di alloggi a Roma destinati al suo personale per 3 milioni 300mila euro. In soldoni, sono 6 milioni tondi la contropartita dei quattro hangar. Poiché di ciò si tratta. In quanto la divisione prevede di trasferire a titolo gratuito al Demanio che poi lo girerà al Comune il terzo dell’area, circa 30mila metri quadrati, sul quale sorgono impianti sportivi, casermaggio, ingresso, palazzina ufficiali e piazza d’armi. Un bel po’ di spazio da riqualificare urbanisticamente.
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