BERNASCONE
Una pietra per il campanile
Restauro: 1617 bottiglie di grappa numerate, il cui ricavato andrà a finanziare i lavori. Tutti gli acquirenti in un registro. Già venduti oltre 200 “mattoni”
I mattoni, 1617. E 1617 sono le confezioni, che riproducono le pietre, di altrettante bottiglie numerate di grappa. «E sono tanti quanti gli anni del campanile», dicono i promotori dell’iniziativa nata all’ombra della basilica di San Vittore e del campanile del Bernascone. «Come possiamo aiutare i restauri del simbolo della città e della fede varesina?», si sono chiesti alcune “colonne” della parrocchia prepositurale, Angelo Antonetti, Cesare Corti, con il contributo di don Giovanni Buga e sotto la supervisione di monsignor Luigi Panighetti. «Da qui l’idea dell’iniziativa “una pietra per il Bernascone - Restauro a 1617 mani”. Il numero è quello dei quattrocento anni di celebrazione del campanile che è bisognoso di cure. E così grazie alla collaborazione della Distilleria Rossi di Angera, è stata varata una iniziativa benefica: chiunque può comperare una bottiglia di grappa, inserita appunto in un “mattone” di cartone, e contribuire così al restauro del campanile. La cosa singolare è che l’offerta (si può dare un contributo di 50 euro e ritirare la pietra negli uffici parrocchiali di piazza Canonica) comporta l’iscrizione nel registro ufficiale dei sostenitori. In pochi giorni, sono oltre duecento i “mattoni” consegnati ai varesini. Nel registro è iscritto, come voluto dalla mamma Paola, anche il nome di Lidia Macchi, la giovane varesina uccisa trent’anni fa. Dalla Rossi d’Angera fanno sapere di avere cercato una nuova qualità di grappa barricata quattro anni. Una grappa unica a ricordo del contributo per il restauro e la riqualificazione del monumento. Negli anni e nel tempo, dunque, verrà tramandato il registro dei sostenitori. Un contributo notevole alla promozione dell’iniziativa “una pietra per il Bernascone” potrà venire dalla festa di San Martino, che si celebra l’11 novembre. Intanto il campanile del Benascone continua a essere circondato dai teli arancioni tipici del cantiere. Dopo che lo scorso anno il campanile aveva “perso pezzi”, con la caduta di calcinacci esterni, si è provveduto alla costituzione di un comitato e alla promozione di un progetto di recupero, non prima di aver stabilito le reali condizioni di salute dell’opera la cui stabilità, comunque, non è mai stata messa in discussione.
L’idea di un piano per la protezione e il rilancio del Bernascone, che proprio quest’anno ha compiuto 400 anni, è stata varata dalla Chiesa varesina e portata avanti anche con il supporto del Comune. Una mostra spettacolare, quindi i lavori di scavo per saggiare le reali condizioni del terreno attorno e sotto il campanile. Scavi propedeutici prima, carotaggi veri e proprio in seguito, con sonde che hanno valutato struttura e consistenza del sottosuolo, per giungere a dati certi sulle condizioni del mondo sotterraneo nel cuore di Varese e a un progetto di recupero appropriato del campanile.
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