IL CASO
«Una vita fra botte e violenze»
Parla la mamma della ragazza sfrattata che ha dato fuoco all’abitazione del padre
«La ventisettenne che ha dato fuoco all’appartamento in cui viveva, di proprietà del mio ex marito e suo padre, è mia figlia. Domani, quando ci sarà in tribunale a Varese la convalida del suo arresto, finalmente la vedrò». Veronica Soares, di origini brasiliane, è stata una delle prime, sette anni fa, ad avvicinarsi all’associazione Violenza Donna di Cuveglio.
Vive a Brissago con il figlio più piccolo e racconta la sua storia, indubbiamente difficile, che getta una luce diversa sulla vicenda di giovedì mattina a Mesenzana. Verso le 11,30, in via Pezza, centro storico del paese, si è recato l’ufficiale giudiziario per sfrattare una giovane donna, appunto la figlia di Veronica. Ma la ragazza non ha accettato la decisione del giudice, sollecitata dal padre che voleva riavere la disponibilità dell’appartamento, e barricatasi in casa ha dato fuoco a un divano. A questo punto 118, vigili del fuoco e carabinieri sono intervenuti e la giovane, dopo le prime cure perché aveva inalato del fumo, è stata arrestata per incendio doloso. «L’hanno portata in carcere a Como e di lei non ho saputo altro - dice la mamma - Tutto è cominciato nel marzo dell’anno scorso, quando il padre ha avviato le pratiche per rientrare in possesso dell’appartamento, che era di suo padre, e che aveva dato in uso a nostra figlia. Ma lei non voleva lasciarla, quella casa, perché diceva che non era un pacco che si potesse spostare di qui e di là».
Alla fine, dopo vari mesi, lo sfratto è diventato esecutivo, appunto giovedì. Con l’epilogo che abbiamo visto.
«Tante volte ho chiesto aiuto, anche alle forze dell’ordine, per tutto quello che io e i miei figli abbiamo vissuto - riprende Veronica Soares - Ma posso dire che, pur essendo qui in Italia da 26 anni, mi sento ancora straniera». E questo nonostante la vicinanza dell’associazione e della sua presidente, Roberta Donati, che ha aperto uno sportello di primo ascolto in collaborazione con la Caritas, a Cuveglio, da non più di un mese e mezzo: già sette le donne che vi si sono rivolte. E, per questo caso, chiede che la ragazza sia sentita e scarcerata.
«Mi sono separata e ho divorziato, perché era diventata una vita invivibile fatta di botte e violenze. Dopo la separazione mio marito mi ha gettato a terra procurandomi una lesione alla schiena e in un’altra occasione mi ha rotto un gomito: fatti che io ho sempre denunciato».
La signora ha anche un’altra figlia, di 21 anni, che per un certo periodo viveva con la sorella maggiore, decidendo poi di trasferirsi al piano superiore, dove alloggia il padre. «Posso solo dire che, sempre, ho lottato per i miei figli: come lo sto facendo adesso», conclude Veronica.
© Riproduzione Riservata