L’ALLARME
Uno su tre positivo al drug test
Milletrecento controlli al mese: alta la percentuale di chi assume stupefacenti
Milletrecento persone ogni mese vengono sottoposte al drug test. Si tratta quasi sempre di giovani (ma vi sono anche uomini e donne che hanno lasciato alle spalle l’adolescenza da un pezzo) che vengono invitati a lasciare un campione delle urine ai medici e agli operatori dei vari Sert che fanno capo all’Asst Sette Laghi.
Il dato che fa riflettere è che circa uno su tre è positivo all’esame.
Cioè uno su tre si è fatto una dose di eroina, ha sniffato cocaina, ha fumato marijuana o hashish, ha preso amfetamine, ecstasy, ha assunto benzodiazepine o preso dosi non controllate di metadone o altre sostanze utilizzate per il trattamento degli eroinomani.
Insomma, si tratta di persone che si sono drogate.
I campioni di urina arrivano all’Unità operativa di cura e prevenzione delle Dipendenze e vengono girati ai laboratori di Tossicologia dell’ospedale di Circolo. Dal responso, parte, oppure continua, la cura.
La metà circa dei 1.300 pazienti giunge in seguito a una segnalazione dell’autorità giudiziaria: o perché è stata trovata positiva alla droga alla guida dell’auto, o perché ha commesso un reato, o perché è già sottoposto a una misura alternativa alla detenzione.
Non solo pazienti conosciuti che devono essere sottoposti con regolarità agli accertamenti, non solo ragazzini che hanno fumato spinelli e per i quali i genitori richiedono controlli e la vigilanza dei medici, dunque.
Sorprende la percentuale alta dei giovani positivi al controllo e va ricordato che le tracce dell’assunzione di sostanze stupefacenti possono essere durature nelle urine, anche per una settimana.
I servizi che si occupano di questo controllo, non rappresentano la prima linea, nel contrastare l’assunzione di droghe.
Vi sono infatti i controlli delle forze dell’ordine, per esempio, e i drug test cui ci si può sottrarre, se si ha la consapevolezza di essere degli assuntori abituali, ma poi si viene denunciati.
«Chi arriva da noi ha quasi sempre avuto a disposizione alcuni giorni, a volte anche un mese, per disintossicarsi, diciamo così - dice il responsabile del Dipartimento, Claudio Tosetto -. Certo vi sono persone che vengono inviati dopo poche ore e vi sono i controlli che eseguiamo abitualmente sui nostri pazienti, ma la percentuale di chi risulta positivo non scende mai al di sotto del 25-30%, almeno per cocaina e cannabinoidi».
“Polvere” e spinelli rappresentano dunque la punta dell’iceberg del vizio al quale non ci si riesce a sottrarre, mentre la percentuale delle altre sostanze stupefacenti è più bassa, circa il 20%.
Per avere un responso sull’esame completo delle urine bisogna attendere in media cinque giorni.
Esiste anche un altro tipo di test per scoprire se il proprio figlio si è fatto una canna, ed è l’esame del capello che permette una indagine retrospettiva, anche di anni in teoria, per capire se ci si è drogati.
Negli esami delle urine condotti nei vari Sert (Varese, Cittiglio, Arcisate, Tradate), vi è la prevalenza numerica del capoluogo. Nei mesi estivi, il monitoraggio degli esperti è particolarmente attento «perché questo è il periodo in cui l’abuso è più alto e il consumo di droghe e alcol, specie nei giovanissimi, cresce», dice l’esperto.
I risultati dei comportamenti illegali e pericolosi per la salute, si registrano di solito tra settembre e ottobre, quando si verifica sempre una impennata di pazienti.
© Riproduzione Riservata