LA FOLLIA
Urla «Allah u akbar». Panico
Tunisino minaccia di far esplodere il palazzo a Biumo: arrestato
S’è affacciato alla finestra del palazzo in cui si trovava agli arresti domiciliari e ha iniziato a mimare con le mani di sparare sui passanti, per poi gridare più volte «Allah u akbar» e annunciare di voler far saltare in aria il condominio.
Gesti e parole deliranti, più che minacce concrete, ma sufficienti a creare apprensione tra i residenti della zona. E sono stati proprio loro a chiedere l’intervento della polizia di Stato, giunta sul posto con diverse pattuglie della Squadra Volante.
Sono stati attimi di paura quelli vissuti ieri, mercoledì 7 dicembre, nel rione di Biumo Inferiore, in una traversa di via Renè Vanetti, la lunga strada che conduce verso il confine con Induno Olona.
Qui, stando a quanto riferito da alcuni testimoni, un uomo nordafricano - poi risultato essere un tunisino di 27 anni, arrivato in Italia come richiedente asilo ma ora agli arresti domiciliari per aver aggredito i poliziotti nel marzo scorso -, vestito con una lunga tunica nera, si è affacciato alla finestra di casa e ha cominciato a minacciare le persone che passavano di lì, simulando anche di avere in mano una pistola e inneggiando ad Allah.
Alla centrale operativa della Questura sono arrivate più telefonate che segnalavano l’inquietante situazione e a Biumo, insieme a una squadra dei vigili del fuoco, si sono precipitate le pattuglie: alla vista delle divise, l’uomo avrebbe quindi tentato di scavalcare la ringhiera della finestra, minacciando di far esplodere l’edificio. I poliziotti, dopo aver indossato il giubbotto antiproiettile, sono entrati nell’appartamento, dove l’uomo avrebbe cercato di aggredirli brandendo un paio di forbici.
È stato subito bloccato e portato negli uffici di piazza Libertà per gli accertamenti di rito e i provvedimenti del caso: al momento non arrivano conferme ufficiali, ma trattandosi di un soggetto già ai domiciliari – e pare che si sia comportato così proprio per protestare contro il provvedimento restrittivo ritenuto ingiusto – potrebbe essere scattato l’arresto.
Ad aprile, infatti, il giudice monocratico Giuseppe Fertitta lo aveva condannato a un anno e sei mesi di arresti domiciliari per un episodio avvenuto a metà marzo: durante un controllo, il nordafricano - trovato in possesso di piccoli quantitativi di droga per la seconda volta nel giro di tre mesi - aveva reagito e ferito un agente della polizia.
In Tribunale si era difeso sostenendo di essere stato provocato, ma la sua ricostruzione evidentemente non aveva convinto il giudice. E ora, per lui, questo nuovo “guaio” con la Giustizia.
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