Russia-Usa
Usa-Russia, sale retorica minacce. Peggio che in Guerra Fredda
Lukyanov: serve agenda comune per superare pessimi rapporti
Mosca, 3 lug. (askanews) - Rispetto alla retorica da Guerra Fredda si è "andati anche oltre" tra Usa e Russia e paradossalmente questo impone la necessità di trovare almeno degli argomenti comuni e un'agenda. Ma dal momento che "gli Stati Uniti hanno ricominciato a leggere" la Federazione di Vladimir Putin "come una minaccia", le speranze in partenza non sono molte. Non mostra grande ottimismo sui "pessimi rapporti" tra Mosca e Washington il politologo Feodor Lukyanov in un colloquio con askanews. Pur ammettendo che in alcuni settori la collaborazione resta e su altri potrebbe aprirsi, ma solo in futuro. L'agenda internazionale intanto sembra offrire il destro per una revisione, o almeno per un primo abboccamento. Bisogna trattenere il respiro sino a settembre, perchè con il viaggio del leader del Cremlino all'Onu si aprono nuove finestre di dialogo.
Il tutto dopo la pubblicazione della nuova strategia militare Usa, dove, seppure non direttametne citata, la Russia compare come una delle due principali minacce, anzi come uno dei due Paesi con in quali non è da escludere un conflitto diretto, assieme alla Cina. Parole dure che sembrano segnare un punto di non ritorno. E secondo Lukyanov proprio la comunicazione, o meglio "la retorica delle minacce" dovrebbe essere uno dei temi su cui lavorare insieme, "per una seria riflessione".
Putin dovrà intervenire alla 70a sessione dell'Assemblea generale e partecipare alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York. Il Dipartimento di Stato ha osservato che la Casa Bianca avrebbe considerato un bilaterale tra i presidenti di Russia e Stati Uniti, se la visita del leader russo in occasione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite si terrà davvero. "Il tempo ci darà una risposta" ha detto il sottosegretario di Stato Victoria Nuland oggi alla radio russa Eco di Mosca.
Sinora i mesi che sono seguiti all'inizio della crisi ucraina (da febbraio 2014) hanno in realtà raccontato una storia triste, di "rapporti pessimi, esacerbati, rovinati" come dice Lukyanov. Tuttavia "la Russia ha dimostrato che la sua posizione sull'Iran non è cambiata" e almeno su questo dossier "c'è collaborazione". Un lavoro comune che potrebbe aiutare Barack Obama a portare a casa forse il più importante risultato sullo scacchiere internazionale dal suo arrivo alla Casa Bianca. Poi però resterebbe un altro tema scottante e da affrontare: lo stato islamico.
Sull'Isis Lukyanov non esclude una collaborazione tra Usa e Russia in futuro, ma "prima di tutto bisogna capire quello che c'è da fare" per affrontare "questo imbuto che tutto risucchia. In realtà nessuno lo sa al momento". Per Mosca è chiaro che "i bombardamenti non risolvono il problema". E quindi si parte già da posizioni differenti. E non sarà semplice trovare un punto di incontro, benchè la minaccia è vera, reale e incombe su tutto. Non a caso nelle trasmissioni tv sulla tv russa da più parti si sia già più vole fatto appello al dialogo sul tema.
Nuland ha fatto notare che Obama e Putin "parlano piuttosto regolarmente al telefono. E credo che da entrambe le parti, quando guardiamo cosa fare per colmare le lacune, si pone la questione di condurre trattative e contatti", ha detto. In realtà il dialogo tra i leader, in base a molte fonti, non ha mai seguito una strada privilegiata, forse anche a causa di una simpatia mai sbocciata.
Putin ha discusso con il collega degli Stati Uniti Barack Obama la questione dello Stato islamico in una telefonata la pochi giorni orsono. "Grande attenzione è stata dedicata a temi complessi, legati alla lotta contro il terrorismo" ha reso poi noto l'ufficio stampa del Cremlino. "In particolare la diffusione della influenza dell'Isis in Medio Oriente. Putin e Obama hanno deciso di affidare al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e al Segretario di Stato americano John Kerry il compito di tenere una riunione per discutere l'argomento".
E la stessa Nuland con il vice ministro degli Esteri
russo Grigory Karasin entreranno in contatto per discutere
l'attuazione degli accordi di Minsk. E leggendo attraverso le gerarchie, in questo dialogo tentativo di ristabilire il dialogo, si capisce quanto il problema mediorientale stia diventando ogni giorno più urgente. Peraltro Kerry è stato a Sochi il 12 maggio, vedendo anche Putin. E fu proprio allora che il Cremlino non esclise un bilaterale Obama-Putin. A riprova che il dialogo, come la speranza, è l'ultimo a morire.
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