Usa
Usa, Trump entra alla Casa Bianca da "presidente patriottico"
Fa leva su messaggio semplice, quello della campagna populista
New York, 20 gen. (askanews) - Donald Trump è entrato alla Casa Bianca per la seconda volta in un giorno: ma diversamente dalla mattinata, quando era stato accolto da Barack e Michelle Obama, è lui ora ad esserne l'inquilino. Il miliardario di New York - la persona più anziana ad entrare da Commander in chief al civico 1600 di Pennsylvania - è infatti il 45esimo presidente americano. Il suo mandato inizia con dei primati: è il primo ad avere alle spalle soltanto un'esperienza nel settore primato, è il primo a non avere svolto il servizio militare è il primo ad avere pronunciato il suo primo discorso con uno stile semplice e chiaro, fatto di frasi corte e aggressive con tonalità patriottiche e nazionalistiche; è lo stesso che gli ha permesso di cavalcare il populismo durante la campagna elettorale più improbabile della storia Usa garantendo alla rivale democratica Hillary Clinton una vittoria amarissima.
Come promesso alla vigilia, Trump ha detto di volere unire una nazione forse mai così divisa. Lo si è visto dalle proteste e dagli scontri tra polizia e manifestanti andati in scena nella capitale americana e che hanno portato ad un centinaio di arresti. "Noi, cittadini d'America": con queste parole ha iniziato un discorso che il suo consigliere capo, lo Steve Bannon espressione della destra antisistema e ultraconservatrice, ha definito "Jacksoniano" in riferimento al settimo Commander in chief considerato l'architetto del populismo americano.
Trump si è presentato nuovamente come un presidente che non appartiene all'establishment, criticato dal balcone del palazzo ("ha protetto sé stesso, non il popolo") del campidoglio dove ha giurato al fianco della moglie (la terza) Melania, ex modella slovena elegantemente vestita al punto da ricordare Jackie. Trump - protagonista di una instancabile scalata del potere che lo ha portato alla presidenza malgrado la sua inesperienza politica e malgrado le sparate xefonobiche e sessiste all'origine di tanti scandali - promette di mettere "l'America al primo posto", di seguire due regole ("comprare e assumere americano"), alla faccia di chi copia i prodotti Made in Usa e di chi ruba i suoi segreti. Trump rappresenta il patriottismo a cui dedica una giornata nazionale appena creata ma ancora da definire. Un patriottismo che cavalca un'immagine cupa di un'America che altrimenti non potrebbe diventare nuovamente grandiosa: "Questa carneficina deve finire qui e ora". Stop alle chiacchiere vuote, sì alle azioni. Peccato che il suo discorso sia privo di dettagli che Wall Street aspettava. Lui ha garantito: con toni paternalistici ha spiegato che "non ci dovrebbe essere paura. Siete protetti. Lo sarete sempre":
Difficile immaginare un leader più diverso da Barack Obama, con la sua eleganza, le sue capacità oratorie e la sua verve naturale, a fronte del miliardario dalla bizzarra capigliatura bionda e che usa un vocabolario semplice ma efficace. Per arrivare anche nelle aree più rurali della nazione che gli hanno permesso di mettere a segno una vittoria shock.
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