SERIE A1 FEMMINILE
Uyba a mani vuote
Dopo un gran primo set, quando si spegne Lowe Piacenza fa il vuoto, nonostante un’ottima Pisani a muro (3-1). Coppa Italia addio
Piacenza-Uyba 3-1 (19-25, 25-21, 25-22, 25-19)
PIACENZA: Petrucci 5, Sorokaite 25, Bauer 3, Belien 13, Pascucci 8, Marcon 9, Leonardi (L), Melandri 6, Valeriano. N.e. Ognjenovic, Taborelli, Meijners, Poggi. All. Gaspari.
UYBA: Hagglund 3, Lowe 17, Thibeault 10, Pisani 14, Degradi 8, Yilmaz 11, Poma (L), Papa 2. Negretti, Fondriest. N.e. Cialfi, Angelina. All. Mencarelli.
Arbitri: Zucca di Trieste e Vagni di Perugia.
Note - durata set: 23’, 26’, 28’, 27’; tot. 1h44’. Piacenza: battute sbagliate 10, vincenti 2, ricezione positiva 56% (perfetta 26%), attacco 34%, muri 12, errori 12. Uyba: battute sbagliate 10, vincenti 3, ricezione positiva 39% (perfetta 20%), attacco 30%, muri 13, errori 15. Spettatori: 2254.
Un set perfetto per cullare il sogno, due sciagurati in cui complicarsi tutto, l’ultimo giocato senza speranza per dire definitivamente addio alla qualificazione in Coppa Italia. Il margine per staccare il pass dei quarti di finale c’era, ma l’Unendo Yamamay si butta via proprio quando sembrava avere in mano l’inerzia. La Nordmeccanica Piacenza - già priva di Ognjenovice Meijners e con Bauer“seduta” sul 14-18 del primo set e mai più riproposta - ha fatto veramente poco per vincere salvo gli unici meriti di leggere con sempre maggiore anticipo il gioco di Hagglund e soprattutto il saper attendere saggiamente i gentili omaggi offerti dalle farfalle. La fotografia perfetta della sfida del PalaBanca è stato il secondo set, quello che alla fine ha indirizzato la gara: le biancorosse, gasatissime per un primo parziale giocato divinamente per lettura tattica, colpi tecnici ed aggressività, hanno continuato a giocare meglio a pallavolo con la sola, ma non del tutto insignificante differenza di chiuderlo sotto un macigno fatto di undici, dicasi undici, errori diretti. Come pensare di vincere anche contro quattro settimi “veri” di Piacenza partendo sotto 0-11? Impossibile, eppure l’Uyba - che ha attaccato meglio (30% contro 29%) e murato meglio (5-2) - i palloni per salire due a zero e prendersi il tanto desiderato ottavo posto li ha avuti. Purtroppo però, proprio nel momento di massima “spinta” è venuta meno, oltre ad Hagglund (che ha letteralmente perso lucidità e misura nelle alzate), proprio quella Lowe che aveva dominato la prima frazione. L’errore che avrebbe regalato il 20-21 e soprattutto gli ultimi due diagonali difesi hanno spento Busto e regalato a Piacenza la parità. Ovviamente il problema non può mai essere la mancina di San Diego, anzi questo suo black out ha confermato quanto questa Uyba sia “Lowe dipendente”. Senza i punti della loro stella, infatti, le farfalle sono naufragate. Tutto brutto e nero dunque? Apparentemente sì perché i quarti di Coppa Italia erano un primo obiettivo (minimo) e non averlo centrato non fa certo piacere, però qualche “appiglio” a cui aggrapparsi in vista del 2016 c’è e risponde al nome di Giulia Pisani. Gli otto muri messi a segno in quattro set certificano il suo status e ne fanno il nuovo simbolo della Uyba 2.0. Ripartire dalla sua qualità sotto rete e dalla sua grinta a tutto campo è doveroso, al resto dovrà pensare Marco Mencarelli che in questo mese scarso di riposo dovrà trovare le “medicine” per guarire i mali della squadra.
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