SALUTE
Vaccinazioni, tutto esaurito
Successo della campagna. L’Ats acquista altre dosi dopo le 100mila distribuite
Centomila dosi di vaccino non sono bastate. Dall’influenza, i varesini e le persone che abitano nel territorio di competenza dell’Ats Insubria, si vogliono proteggere. La campagna vaccinale va decisamente bene. Perché le punturine si fanno ancora nonostante sia novembre il mese più indicato e perché dalla direzione dell’Ats, presieduta da Paola Lattuada, è stato deciso di comperare altre dosi. Per ora, 1.550, ma se ne potranno acquistare, se le richieste dovessero continuare, fino a ottomila in più.
Finora sono state 71.211 le persone che si sono sottoposte al vaccino nei centri dedicati, nelle case di cura e negli ospedali o recandosi dai medici di medicina generale. La differenza con le oltre centomila dosi già distribuite dall’Ats Insubria è data dal fatto che non tutti i medici o le strutture hanno comunicato i dati aggiornati (quelli riportati sono al 10 dicembre) sulle punture già eseguite. Gli ultrasessantacinquenni rappresentano la maggior parte dei pazienti sul fronte del vaccino distribuito gratuitamente alle persone a rischio: sono infatti oltre 62.395 quelli che lo hanno già ricevuto. «I medici di medicina generale hanno avuto richieste anche per il 10-15 per cento in più rispetto allo scorso anno», dice Aurelio Sessa che è responsabile regionale della Società italiana di medicina generale. «Abbiamo avuto una buona adesione da parte degli anziani, ma ricordiamo che il vaccino è fortemente consigliato anche ai pazienti cronici e ai cardiopatici, solo per citare alcune categorie a rischio - continua il medico-sentinella -. Continuiamo a vaccinare ancora in queste settimane, anche se va ricordato che ci vogliono dieci-quindici giorni prima che avvenga la sieroconversione», cioè che sia attiva la copertura vaccinale. L’apice della diffusione del virus influenzale è previsto tra la fine di gennaio e i primi di febbraio. Al momento, secondo i dati forniti dal ministero della Salute, sono colpiti circa tremila cittadini sul territorio provinciale. A questi se ne devono aggiungere almeno quattromila con una ”finta” ma non per questo meno virulenta influenza.
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