PALACE E GRAND HOTEL
«Valorizzarli con garbo»
L’assessore Civati: «Hanno valore storico, artistico e affettivo»
«L’impasse legata alla procedura fallimentare aveva destato un po’ di preoccupazione sul futuro di questi due gioielli, anche e soprattutto per il personale del Palace. Ora, con questa soluzione, c’è la ragionevole speranza che i due complessi verranno curati e valorizzati, sicuramente più che in passato». Parla l’assessore comunale all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, Andrea Civati.
Ne parla seduto alla sua scrivania, nell’ufficio al primo piano di Palazzo Estense. Sa che qualsiasi progetto, piccolo o grande, di sistemazione o conservazione del Palace Hotel e del Grand Hotel Campo dei Fiori dovrà passare (anche) dai suoi uffici. L’urbanistica. Civati però non mette le mani avanti. Si limita ad osservare che la riqualificazione dei due prestigiosi immobili, nel rispetto della loro storia e del loro stile, troverà la massima disponibilità da parte del Comune. «Come per tutti i progetti che, nel rispetto delle orme urbanistiche, vanno a recuperare immobili scivolati nel degrado».
È chiaro che qualsiasi attività (di natura ricettiva) si volesse insediare al Campo dei Fiori, il piano sarebbe ampio, complicato e coinvolgerebbe anche l’accessibilità. Ma è presto per parlarne.
E le antenne che svettano sul tetto del Grand Hotel? «Una ferita». Il Comune, dunque, cercherà di farle installare altrove.
Civati tesse quindi l’elogio del Grand Hotel: «Lo vedi da qualsiasi parte ti metti in città. È uno dei grandi simboli di Varese. È una proprietà che non è solo dei proprietari, è nel cuore di tutti i varesini. Per questo dico che qualsiasi intervento verrà proposto, dovrà essere rispettoso del valore storico, artistico e affettivo».
Il vicesindaco Daniele Zanzi guarda con favore al fatto che, da una procedura fallimentare, si sia passati ad una nuova e solida proprietà. «Uno che compra due Hotel, peraltro di grande prestigio, ha in testa sicuramente di valorizzarli, di curarli, di non lasciarli in stato di abbandono. Questo è molto positivo. Così come la sicurezza del posto di lavoro per i dipendenti del Palace». Zanzi ha ricordi affettivi e professionali legati alla struttura sul colle Campigli: «Lì ho fatto il pranzo di nozze e poi ho compiuto uno studio botanico sul parco». Per il Grand Hotel, il vicesindaco non si sbilancia: «Aspettiamo di vedere che cosa proporranno gli acquirenti. Non penso che vogliano mortificare un gioiello del Sommaruga». E il Campo dei Fiori, prosegue Zanzi, può beneficiare eccome di un rilancio del Grand Hotel: «Oggi è una montagna abbandonata, con sentieri non curati, erbacce».
La vicenda del Grand Hotel Campo dei Fiori è stata seguita per anni, anzi un paio di decenni, dall’ex assessore all’Urbanistica Fabio Binelli. «Sono contento che sia stato acquistato perché la precedente proprietà non era in grado, da un punto di vista economico, di sviluppare un qualsiasi tipo di progetto e noi, come amministrazione comunale, non avevamo quindi un interlocutore seriamente intenzionato a recuperare il complesso».
Binelli, al pari di Zanzi, è prudente sul futuro: «Per sbilanciarsi occorre aspettare che gli acquirenti facciano una proposta progettuale». Il Pgt (Piano di governo del territorio), nel caso dell’Hotel Palace, offre la possibilità di ampliamento. «E quindi potrebbe essere valorizzato aggiungendo o migliorando i servizi offerti» commenta l’ex assessore all’Urbanistica. Per il Grand Hotel valgono le regole restrittive, molto restrittive, del Parco delCampo dei Fiori.
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