IL CASO
Bici in affitto, avanti tutta
Atti vandalici e manutenzioni: l’esperimento non si ferma
Non ci pensa affatto, la filiale italiana di Ofo, ad abbandonare l’Italia, tanto meno Varese.
Dopo l’annuncio nei giorni scorsi che una società competitor dirà addio all’Europa per i troppi atti di vandalismo, i responsabili milanesi delle bici gialle minimizzano e rilanciano: «Dal punto di vista imprenditoriale siamo contenti, avremo un avversario in meno proprio ora che ci sono novità anche sul territorio della vostra provincia: a Busto Arsizio è passata recentemente una delibera comunale che va in direzione del bike sharing. Interessata è anche Gallarate, dunque per noi si aprono nuove prospettive di mercato che valuteremo con attenzione».
Anzi, l’invito rivolto all’opinione pubblica è quello di non lasciare che gesti di persone che comunque restano una minoranza compromettano un servizio di mobilità apprezzato dai più e di «valorizzare il senso civico».
E a Varese?
«Come in altre città, è importante diffondere la cultura della mobilità sostenibile - afferma Marco Menichetti di Ofo - il luogo corrisponde perfettamente alla tipologia media delle piccole città italiane, dunque per noi è un bel termometro ed è parte del nostro impegno imprenditoriale in Lombardia».
Quello che ancora fa fatica a diventare cultura condivisa in generale è il concetto che i mezzi a due ruote, pur essendo privati, sono messi comunque a fattore comune e perciò sono a disposizione della collettività, un motivo in più per prendersi cura di un bene di tutti. La creatività dei singoli non ha limite e, visto che la novità piace, c’è chi vuole avere la certezza di avere sempre a disposizione il mezzo e temporaneamente se ne appropria mettendo una bella catena con lucchetto: «Queste sono dinamiche un po’ particolari, ma qui non è più diffuso che altrove, e non parlo solo dell’Italia: spesso si dice che gli italiani sono individualisti, tutto il mondo è paese in questo senso, mi creda».
Sull’onda positiva è anche il parere di chi ogni giorno è sulle strade a gestire i flussi di recupero e di ripristino.
Così Paolo Cova di Naturcoop: «Le manutenzioni riconducibili al rimedio dopo atti vandalici sono state in questi mesi nell’ordine della quindicina, le altre sono imputabili alla normale usura».
Anzi, sempre più spesso arrivano segnalazioni di persone che desiderano dare indicazioni su eventuali posizioni fuori mano: «Noi ovviamente abbiamo la situazione sotto controllo, ma ci fa piacere che le persone si interessino».
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