LA MOSTRA
Varese celebra il "suo" Bodini
Nel decennale della morte, una rassegna ricorda l'artista di Casalzuigno
Era lo scultore di Paolo VI. Amico del cardinale Montini, a cui dedicò il monumento in marmo nel Duomo di Milano e molteplici ritratti, da quello in legno del 1968, ora ai Musei Vaticani, alla statua in bronzo che domina la cima del Sacro Monte di Varese. Terminata nel 1986, la grande scultura è ricca di simboli, come affermò l’autore, spiegando che «Paolo VI con una mano ammonisce e con l’altra accoglie, il grande manto che scende fino a terra ricorda il sudario, le pecore sono un po’ smarrite e una madre protegge il suo agnellino, il teschio rimanda alle meditazioni sulla morte, care al pontefice».
Per il decennale della scomparsa di Floriano Bodini, Varese omaggia il maestro nato a Gemonio e formatosi a Milano, che negli anni della maturità si divideva tra il bar Giamaica, luogo di ritrovo e animate discussioni tra artisti, e la proprietà nel Varesotto, dove lo raggiungevano talora i colleghi del realismo esistenziale e, fra i tanti, Guerreschi che presentò la sua prima personale a Gallarate. Curata da Ubaldo Rodari e organizzata da Varese Può, l’esposizione si concentra sulla produzione grafica di Bodini, allineando 33 carte con soggetti diversi realizzate dagli esordi, negli anni Cinquanta del Novecento, sino agli inizi degli anni Ottanta, quando ricevette le prime commissioni di importanti opere monumentali.
Il percorso permette di riscoprire la ricerca dell’artista, l’autonomia della produzione grafica rispetto a quella scultorea, che ebbe un ruolo di primo piano nel panorama dell’arte incisoria, anche grazie all’insegnamento di un grande maestro come Giorgio Upiglio (dalla cui stamperia passarono Duchamp e Man Ray, Giacometti, De Chirico, Fontana e Baj). Catalogo a cura di Arturo e Stefano Bodini
A Varese, Sala Veratti, fino al 6 settembre da martedì a domenica 9.30-12.30 e 14-18, 0332. 820409 e www.mostrabodini.it per iniziative collaterali e visite guidate.
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