SERIE A
Varese e Ponti, intesa vicina?
Vivaio da consolidare, si tratta per l’ingresso dell’imprenditore di Angera
Proseguono le prove tecniche di intesa tra Pallacanestro Varese e Gianfranco Ponti. I vertici di “Varese nel Cuore” e l’imprenditore di Angera stanno portando avanti un dialogo su toni cordiali e “possibilisti” sull’ipotesi che l’attuale patrocinatore del Basket Ignis entri a far parte della compagine societaria biancorossa.
Entrambe le parti mantengono il più stretto riserbo sui contenuti dei colloqui, ma sarebbe sorprendente se il clima costruttivo respirato su entrambi i fronti non si concretizzasse, previ i dovuti passaggi istituzionali a partire dal sì dell’assemblea dei soci, in una comunione di intenti pur con modalità operative ancora da definire.
Ma l’eventuale formula “Varese nel Cuore” più Ponti potrebbe rivoluzionare le prospettive economiche, e di conseguenza le ambizioni immediate, del club di piazza Monte Grappa? Non è questo l’obiettivo a breve termine dell’operazione: l’apertura al socio forte da parte del consorzio è stata decisa per cercare risorse fresche che consentissero di mantenersi sui livelli del 2016/’17, evitando che la spending reviewin in atto per la serie A coinvolga anche altre aree strategiche dell’attività del club. Alla luce dell’interesse di Ponti nei confronti del settore giovanile, sarebbe dunque un’occasione ghiottissima per riportare Varese nell’élite del movimento tricolore per quanto riguarda la produzione di talenti.
La “città giardino” è indiscutibilmente Basket City per il numero di bambini avviati all’attività di base (tra Pallacanestro Varese, Robur et Fides e il nuovo Basket Ignis i tre minibasket cittadini coinvolgono oltre 500 praticanti); ma da 15 anni a questa parte - ossia dopo la scissione delle giovanili con la nascita del Campus in seguito alla cessione della Pallacanestro Varese dai Bulgheroni ai Castiglioni - non si vedono nuove leve protagoniste in serie A (l’ultimo prodotto locale a vestire la maglia della prima squadra è stato l’ormai 33enne Federico Bolzonella nel lontano 2004/’05).
Il Progetto Varese che Gianfranco Ponti rese pubblico nell’aprile 2015 prevedeva un investimento di almeno 250mila euro annui sul vivaio (oggi, al netto delle quote minibasket, si viaggia circa a quota 150mila) con l’intento di creare un’eccellenza in ambito sportivo e non.
Prima Bruno Bianchi, poi Massimo Ferraiuolo e da quest’annata i due “vecchi saggi” Giulio Besio e Gianfranco Pinelli hanno risollevato il vivaio biancorosso dal “quasi abbandono” del decennio scorso all’attuale trend di crescita. Se le eventuali risorse apportate da Ponti servissero per investire su reclutamento e foresterie, si tratterebbe di un programma a lungo termine per restituire a Varese quell’identità fondata sui giovani “fatti in casa” che dagli anni Sessanta di Dino Meneghin, Ossola e Dodo Rusconi, agli anni Ottanta di Vescovi, Stefano Rusconi, Caneva e Ferraiuolo, fino agli anni Novanta di Andrea Meneghin è storicamente legata a filo doppio alle epoche d’oro del basket cittadino.
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