SCENARI
Varese, il futuro è possibile
Da via Manin trapela pochissimo, ma la trattativa con la cordata "svizzera" (che comprenderebbe anche un investitore arabo) prosegue fitta. Sull'ipotesi di cessione e salvataggio dei biancorossi dalla Lega Pro
Accelerazione. Il Varese scatta verso il futuro. La trattativa con la cordata internazionale che da settimane sta analizzando i conti di via Manin è giunta ad un passaggio cruciale. Forse decisivo. I contatti ormai sono quotidiani. Giovedì il direttore generale Giuseppe D’Aniello, l’uomo che sta pilotando il club nella direzione della continuità, quindi verso la ripartenza dalla Lega Pro con un progetto sostenibile, ha trascorso la mattinata in uno studio notarile di Gavirate incontrando rappresentanti del gruppo pronto ad acquisire il Varese. Nel giorno del suo trentanovesimo compleanno il d.g. ha cercato di compiere un ulteriore passo verso il salvataggio della società. A quanto pare con buoni riscontri. L’impressione è che la trattativa stia imboccando la dirittura finale. Ma dopo le scottature precedenti nessuno in casa Varese sogna di sbilanciarsi prima che tutto venga messo nero su bianco, quindi prima che le quote di Nicola Laurenza, non più presidente ma ancora proprietario del Varese, passino in altre mani. Questione di poco tempo, massimo un paio di settimane: entro fine mese si saprà se la società biancorossa continuerà a vivere con un nuovo padrone solido o se dovrà portare i libri in tribunale. Gli ultimi giorni, di fatto, hanno consolidato come primaria l’opzione della cordata definita nelle scorse settimane "italo-elvetica" rispetto alle altre soluzioni. In realtà il gruppo ha un’internazionalità più ampia. Il riferimento alla Svizzera è legato al fatto che uno degli uomini forti della squadra di potenziali acquirenti, un imprenditore italiano, ha aziende e interessi nella Confederazione elvetica. Ma affiancate a lui ci sono forze economiche che oltrepassano i confini nazionali e continentali: la certezza è che del team faccia parte anche un facoltoso cittadino non europeo; l’ipotesi è che sia asiatico, probabilmente di un Paese arabo. Il gruppo che sta trattando il Varese si appoggia anche ad un referente con competenze calcistiche, una persona del Comasco a quanto pare. Dunque, qualcosa comincia ad intravedersi nella nebbia che avvolge l’operazione, in atto ormai da diverso tempo. La cortina fumogena alzata attorno alla trattativa, peraltro, resta molto densa: una riservatezza comprensibile, quella di via Manin, considerando delicatezza del momento e consistenza della posta in gioco. Riassumendo, ciò che si è riusciti a sapere con un minimo di certezza è quanto segue: il gruppo che sta valutando l’acquisizione del Varese comprende un imprenditore italiano (esclusa l’ipotesi costruttore edile) con aziende in vari stati esteri compresa la Svizzera; un uomo con mezzi economici rilevanti, probabilmente di origine araba; una persona del Comasco con esperienza nel mondo del calcio. E nel progetto sarebbero coinvolte altri soggetti. A certificare l’affidabilità della cordata le parole che D’Aniello ha pronunciato a più riprese nei giorni scorsi. Il d.g. aveva chiarito che il club sarebbe stato ceduto soltanto a persone in grado di offrire garanzie precise per il futuro della società, capaci cioè di assicurare iscrizione al campionato, dilazione dei debiti, copertura economica per una programmazione a lunga scadenza. La cordata pronta a prendere il Varese sta ultimando l’analisi dei conti di via Manin e in particolare dei debiti (compreso il milione di euro da restituire al gruppo dell’ex vicepresidente Antonino Imborgia), è informata sulla scadenza Irpef di lunedì 18 maggio (servono circa 180mila euro) e della conseguenza dell’eventuale mancato pagamento: 1 punto di penalizzazione da aggiungersi a quello già sicuro per l’inadempienza del mese scorso. Va da sé che un eventuale intervento in questo senso equivarrebbe ad una sorta di sigillo sul lieto fine del lungo dialogo. Se il cambio di proprietà andrà in porto, la strada è già tracciata: gestione economica oculata senza salti nel buio, programmazione pluriennale, valorizzazione dei giovani, grande attenzione del vivaio.
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