SERIE D
Varese, la partita del futuro
Il club verso un mese cruciale per far tornare i conti. Giorgetti: puntare sul vivaio
Il successo di Bra ha aperto un piccolo squarcio di serenità nel cielo nuvoloso sopra il Varese. La squadra di Iacolino prova a scuotersi dopo i risultati deludenti delle prime dieci giornate, i prossimi due impegni ravvicinati (mercoledì il Pavia a Masnago, domenica l’Olginatese fuori) offrono l’opportunità di compiere la prima, vera accelerazione della stagione.
Ma la partita più importante si gioca a livello societario. Non è un mistero: il vicepresidente Paolo Basile è rimasto solo o quasi, non può reggere a lungo. L’altro vicepresidente Matt Reeser, è vero, ha dato un contributo al momento del suo ingresso ma ora servirebbero altre iniezioni robuste di denaro che evidentemente neppure Edoardo Russo e la sua famiglia (avvicinatisi al Varese all’inizio della stagione) hanno saputo garantire. La necessità che in tempi brevi si concretizzi una trattativa in grado di portare in piazzale De Gasperi forze fresche è evidente. Dopo gli errori e la parole vane dei mesi scorsi, dopo gli annunci fragorosi puntualmente non mantenuti con le infelici esperienze Taddeo e Baraldi, serve qualcosa di concreto, chiaro, sostanzioso, affidabile. Un patron? Un pool di imprenditori? Basile ci sta lavorando ma per ora rimane in silenzio. Di sicuro ha bisogno di sostegno. O comunque di trovare una nuova soluzione che possa garantire un domani tranquillo alla società. Il vicepresidente non è in grado di tirare molto più in là: non è un patron, non è un imprenditore capace di reggere in proprio un club dal punto di vista economico. Dopo l’addio di Taddeo la poltrona presidenziale è rimasta vuota non a caso. Basile ha voluto lasciarla disponibile per un’eventuale nuova entrata “pesante”. Indiscrezioni la davano per possibile nel gennaio prossimo. In realtà serve prima.
Nelle ultime settimane lo stesso Basile ha espresso su più fronti la propria intenzione di puntare sul settore giovanile, di avviare cioè un discorso in grado, negli anni, di creare un circuito che possa rifornire dal basso la prima squadra caratterizzandola territorialmente. Ha iniziato a muoversi in questo senso, l’idea è stata esposta a istituzioni e amministrazioni locali, logicamente più sensibili ai progetti dedicati ai ragazzi. Il Varese, in questo modo, sta lanciando un segnale anche al mondo imprenditoriale. Sperando che qualcuno risponda.
Sostenibilità e investimenti nella linea verde, del resto, è la ricetta indicata da Giancarlo Giorgetti, il deputato della Lega storicamente vicino ai colori biancorossi: «L’unica strada per garantire un futuro - la sua convinzione - è puntare sul vivaio, convogliare a favore del settore giovanile buona parte dei soldi che si possono spendere. Gettare le basi, cioè, per arrivare negli anni a poter contare su una prima squadra fatta in casa, caratterizzata dalla massiccia presenza di giocatori del territorio e da uno spirito di appartenenza palpabile. Penso che questo sia il modo migliore per tenere in piedi un discorso di sostenibilità in un calcio sempre più dispendioso».
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