CANTIERI
Stazione: ecco i primi lavori
Banchine a raso, poi gli ascensori per i binari
Primo: portare i binari al livello della banchina. Insomma tutto sullo stesso livello, come dovrebbe essere in qualunque stazione internazionale. Perché lo scalo delle Fs di Varese lo è eccome, da quando Varese è collegata con l’Europa tramite l’Arcisate-Stabio. E siccome i disservizi denunciati nel tempo sono tanti e non toccano soltanto i disabili.
E siccome dal 2016 si sa dei 18 milioni di euro, il progetto stazioni, fondi stanziati dallo Stato, ma anche della volontà di Rfi di investire 10 milioni di euro per rendere più moderna la stazione, utenti e pendolari non vedono l’ora di vedere che qualcosa si sta trasformando.
Un cantiere a dire il vero è aperto, non è ancora quello fondamentale del futuro ma è già qualcosa. Riguarda infatti nuove banchine per evitare, tranne che per alcuni convogli già avveniristici, che vi sia uno scomodo dislivello tra la carrozza e, in sostanza, il marciapiede.
Un intervento essenziale che causa qualche disagio ma che è visto di buon occhio da chi prende il treno ogni mattina. Almeno questo problema al termine dell’intervento sarà superato, perché ve ne sono molti altri, da binari che per un disabile possono essere raggiunti solo se la persona viene portata a braccia da volenterosi accompagnatori o affrontando il sottopasso.
Non esistono gli ascensori. Dunque ben venga la possibilità di prendere treni regionali dimenticandosi il dislivello, ma ci vuole pazienza finché non termineranno i lavori e si potrà premere un pulsante per arrivare a destinazione.
In seguito, verranno realizzati, nel maxipiano di “rifondazione” della stazione, alcuni ascensori, si parla di tre, che consentiranno, come in tutti gli scali ferroviari più moderni, di raggiungere le banchine e i binari senza affrontare rampe di scale, con o senza il montascale.
Probabile l’installazione di tornelli per facilitare regolarità di passaggio e controllo dei passeggeri. Inoltre nel progetto che ridisegnerà la stazione, dovrebbe essere previsto anche l’abbattimento di alcuni vecchi edifici, ormai non più utilizzati, un tempo deposito di materiale rotabile e “officina” e in seguito divenuti albergo per disperati.
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