Varese, ognuno per la propria strada
Nessun contatto coi vecchi soci: Taddeo e Basile avanti da soli
Nessun contatto, né diretto né indiretto. Nessuna telefonata, nessuna e-mail, nessun segnale di fumo, nessun piccione viaggiatore.
Tra maggioranza e minoranza (che ha disertato l’assemblea dei soci convocata per mercoledì alla Caccia Engineering di Samarate nonostante le conferme del giorno prima) c’è ormai un abisso incolmabile.
Ognuno per la propria strada, insomma, perché le rispettive visioni sul Varese Calcio sono evidentemente agli antipodi. Dunque, come già ampiamente supposto e anticipato, le diverse posizioni sfoceranno presto in una separazione che pare da tempo ineludibile. Anche perché stare e restare forzatamente insieme ha finora prodotto solamente danni all’immagine di una società sportiva per la quale la credibilità è purtroppo divenuta un optional.
L’annuncio dell’altra sera, con l’ex presidente Gabriele Ciavarrella, l’altro socio fondatore Enzo Rosa e l’ex consigliere d’amministrazione Giuseppe Armocida che hanno parlato anche per conto di Piero Galparoli dicendo di poter disporre di un pool di imprenditori e di un milione e mezzo di euro da investire, non pare aver minimamente influito sulla rotta del neopresidente Aldo Taddeo e del direttore generale Paolo Basile.
Del resto, le insolite modalità della proposta - comunicata soltanto oralmente alla stampa, convocata a sorpresa alle 19 di mercoledì 31 maggio - non lasciano alcuno spiraglio ad un’eventuale riapertura del dialogo.
I membri della maggioranza non rilasciano nessuna dichiarazione ufficiale ma allo stesso tempo lasciano intendere di non poter nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi messa sul piatto l’altro ieri negli uffici della Dental Life con un coup de theatre efficace mediaticamente ma inconsistente dal punto di vista aziendale e societario.
Teoricamente la minoranza ha “offerto” un tempo di otto-dieci giorni alla maggioranza per valutare la situazione, ma al momento tutto lascia presagire che lo stallo resterà tale.
Pertanto, stando a quanto annunciato sempre l’altra sera negli uffici dello studio dentistico di via Lazio, ai tre soci fondatori non resterà che prendere atto della situazione e trarne le conseguenze. Rimettendo le loro quote (14 per cento Ciavarrella, 5 per cento Rosa e 1 per cento Galparoli) e lasciando quindi il totale controllo del Varese a Taddeo e Basile.
Andrà davvero così?
Probabilmente sì, ma gli attuali protagonisti delle vicende biancorosse ci hanno da tempo abituato a continui e repentini cambiamenti di opinione e di comportamento. Dunque, nulla può essere dato per certo.
Allo stesso modo, dalla minoranza sussurrano di non voler nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di creare un’altra società in cui investire tutta o parte della cifra messa insieme grazie al garantito sostegno di diversi imprenditori.
Sarà davvero così o presto nascerà un’altra realtà calcistica magari rilevando i diritti di un club di Eccellenza e scegliendo il “Chinetti” di Solbiate Arno come proprio campo?
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