PIAZZA XX SETTEMBRE
Panchine sparite, badanti sui gradini
Gregori denuncia: Il Comune le ha rimosse. «Se fosse stato un punto di ritrovo per pensionati varesini forse ci sarebbe stata più attenzione»
Sono sparite mesi fa le panchine da piazza XX Settembre. E dalla scorsa estate le badanti straniere che tutti i pomeriggi si ritrovano per raccontarsi la vita, non certo semplice, di immigrate nel territorio varesino, non hanno più un punto dove scambiare quattro parole.
A dire il vero, non desistono. Anche giovedì pomeriggio erano riunite. Chi va, chi viene, chi si siede sul cordolo di mattoni, unico punto dove riposare e chiacchierare senza stare in piedi. Il gradino è quello dello spartitraffico che delimita la piazza, una sorta di aiuola con qualche albero sotto il quale in estate erano state poste le panchine, belle pesanti, forse per ripararsi dal caldo.
«Non le abbiamo spostate noi, erano pesantissime», dicono le signore, quasi tutte bionde e con famiglie lontane. «Ci hanno detto che qualcuno si era lamentato per il rumore ma era di notte e di certo non siamo state noi...».
La situazione, ora, è la seguente: la piazza non ha un solo posto dove sedersi se non i cordoli dell’aiuola, la fontana è diventata un maxibidone della spazzatura e quel luogo (dove, peraltro, è stato posizionato, sottoterra, il deposito dei rifiuti per i residenti) non brilla come punto di ritrovo. A lanciare l’Sos sulla situazione è l’ex consigliere comunale di maggioranza Mauro Gregori: «Le panchine sono state tolte dal Comune, dopo che erano state spostate nei mesi scorsi, quasi a punire quelle signore che si ritrovano ogni giorno», dice Gregori, eletto nella lista Galimberti e poi passato per qualche mese al gruppo misto, fino alle dimissioni. Gregori ha mantenuto uno sguardo critico sulla città e spesso denuncia brutture e problemi. «In questo caso, credo si tratti di una vera e propria discriminazione, oserei dire, perché se quelle panchine fossero state utilizzate dai nostri pensionati, probabilmente l’amministrazione comunale ci avrebbe pensato due volte prima di eliminarle».
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