SERIE A1
Capolavoro Varese: sbancata Venezia
Trascinati da Tambone e Cain, i biancorossi restano in vantaggio sin dall’inizio e conquistano due punti rpeziosi: 75-63. Da Liegi arriva il play-guardia Tyler Larson
Varese risorge dove non t’aspetti, cioè al Taliercio, residenza dei campioni d’Italia dell’Umana Reyer Venezia.
E lo fa con chi non penseresti di trovare fra i suoi top scorer: Matteo Tambone e Tyler Cain, con 17 punti a testa, sono gli esecutori materiali del meraviglioso colpo di mano, eseguito alla perfezione da una banda di generosissimi soldati ai comandi d’un sergente d’acciaio.
Domenica 21 gennaio, i biancorossi hanno disposto sin dall’inizio (2-0, Pelle) dell’ex seconda della classe, costringendola a pensare poco e male, a faticare per trovare giochi offensivi, a diventare matta per evitare il micidiale gioco uno contro uno di Cain nel pitturato.
Troppo altezzosa, Venezia, per mettersi a giocare alla guerra contro una squadra che sin lì aveva ottenuto zero punti nelle sue trasferte, troppo sicura di rimediare allo svantaggio, come quando Bramos (il migliore dei suoi: 14 punti) ha siglato il 35-36 a inizio del terzo quarto e come quando Biligha (9) ha riportato sotto l’Umana a 20’ e spiccioli dalla sirena finale (52-53). Fuochi fatui.
Stavolta infatti i polsi dei varesini non hanno tremato e la distanza tra mano e canestro è diventata quella che separa il boccone dall’affamato.
In ordine d’apparizione, sono stati decisivi Tambone, cui Attilio Artiglio Caja ha affidato la regia per 31’ venendo ripagato da 17 punti (1/3 da due, 4/7 da tre, 5 rimbalzi, 2 assist e la sola nota negativa di 3 palle perse), Cain (17 punti con 8/9 da due, con 8 rimbalzi, una stoppata, una palla persa e due recuperate), Okoye (14 con 8 rimbalzi), Vene (6 punti pesanti e 3 rimbalzi ma anche 5 assit e 4 recuperi), bravo a giocare persino da “5” per far respirare Cain e per far fronte alle solite leggerezze di Pelle, partito bene (2 punti, 4 rimbalzi) ma finito fuori già a 2’17” dalla fine del terzo quarto (50-47) con due ingenuità in mezzo minuto (e la sensazione di aver subito sin troppo la fisicità di Watt), Wells, perfetto nello smontare le velleità individuali dei campioni veneziani ogni qual volta si rischiava di dar fuoco alle polveri dell’Arsenale (suoi il 36-32 dopo il 3 punti di Bolpin, il 48-39 dopo il canestro in penetrazione di Haynes, il 50-41 dopo l’entrata di De Niccolao e ancora il 67-56 dopo l’ennesimo canestro di Haynes).
Proprio Haynes è stato con Watt (10 punti ma sfiancato nella seconda parte di gara) e Bramos (mortifero a tratti coi suoi 14 punti ma poco e male servito in attacco e lento in difesa) tra gli ultimi ad arrendersi di una Reyer in cui non hanno brillato né l’atteso ex biancorosso Dom Johnson 83 con 1/5 dall’arco), né l’azzurro Tonut (8 con 2/6 da tre), né il mascherato Peric (setto nasale fratturato da quattro giorni che non spiegano da soli lo 0/2 da due e lo 0/5 da tre), che ha litigato col ferro sin dal primo minuto.
Buone prestazioni, con qualche sbavatura evitabile sono venute anche da Avramovic (4 punti, 3 rimbalzi e 2 assist e la solita verve atletica) e da capitan Ferrero (3 punti e 3 assist oltre a tanta abnegazione difensiva).
Insomma, s’è verificato quel che Caja s’augurava alla vigilia: Varese capace di reggere ritmi difensivi altissimi per tenere Venezia a quota sessanta punti (diventati 63, ovvero 11 soli nel quarto periodo contro i 20 di Varese), di confermarsi imbattibile a rimbalzo (37-27), di trovare medie accettabili (47,5% da due con 19/40 e 44% da tre con 8/18) e con la Reyer appannata - complice l’assenza del lungodegente Orelik - nella sua specialità, cioè la balistica ( 9/20 da due e 10/33 da tre).
Certo, per disputare la gara perfetta, mancando un americano - a proposito è in arrivo Tyler Larson, ventiseienne play-guardia del VOV Liegi) - è servita anche la scarsa lucidità e freschezza dell’Umana Reyer. Ma se i campioni d’Italia hanno bucato la partita, il merito è soprattutto di questa piccola testuggine prealpina che sta riuscendo nell’impresa di fare dei propri limiti un punto di forza.
Tenuto conto che a Pesaro, di nuovo ultima, non è riuscito d’espugnare Brescia (88-70) ma che Brindisi ha vinto a Torino (68-82) e che Pistoia ha sfruttato il fattore campo contro Capo d’Orlando (91-69), c’è poco da festeggiare. Meglio rimettersi a lavorare sodo, perché lunedì 29 gennaio, a Masnago, c’è “la” partita: contro Milano ripetersi sarà molto difficile ma non impossibile per la Varese riemersa a Venezia.
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