LE DIMISSIONI
Giorgetti, addio pescatori
L’incarico a Palazzo Chigi risulta incompatibile con la presidenza della cooperativa del Lago di Varese
Giancarlo Giorgetti, originario di Cazzago Brabbia, figlio di un pescatore esponente della Lega fin dai suoi albori, dal primo giugno è sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri del governo Conte, un incarico incompatibile con quello di presidente della Cooperativa dei pescatori del lago di Varese.
Il Consiglio d’amministrazione dell’associazione, attiva dal 1922, ha dunque accolto le sue dimissioni, affidando il timone a Gianfranco Zanetti, uno dei quattro pescatori professionisti ancora attivi sul lago.
Il sottosegretario Giorgetti è ora alla guida del Cipe, Comitato internazionale per la programmazione economica, e dello sport, inoltre ha delega ad Aerospazio e a Scommesse sportive.
Braccio destro di Umberto Bossi, Giorgetti è stato segretario nazionale della Lega lombarda dal 2002 al 2012 e, successivamente, capogruppo alla Camera dei deputati fino alla nomina a sottosegretario.
Prima della scadenza naturale del mandato alla presidenza dei Pescatori di Varese, che dovrebbe durare cinque anni, ad accoglierne l’eredità è stato Gianfranco Zanetti, nato a Gavirate settant’anni fa, con, alle spalle, una famiglia di pescatori che da generazioni solcano le acque del lago.
«La presidenza della Cooperativa pescatori non conta - fa sapere il neoeletto -, quel che conta è che non abbiamo più il lago. Cioè, c’è, ma è come se non esistesse più: brutto a vedersi, con le alghe che lo imbrattano a periodi, e privo di balneabilità».
Non meno severo il giudizio su ciò che si pesca.
«Siamo rimasti quattro pescatori professionisti - prosegue Zanetti - e, la sera, posiamo le reti alle 18.30, poi, la mattina, le recuperiamo tra le 4.30 e le 5. Pesce ce n’è, ma non di pregio. Abbondano pesci gatto, siluri e gardon, mentre scarseggiano lucci e alborelle, che sono quasi scomparse come il pesce persico. Purtroppo l’eccessiva eutrofia del lago è favorevole alle specie cosiddette infestanti e poco adatta a quelle più nobili».
Una vitaccia, quindi, quella dei pescatori sul lago di Varese. «Direi proprio di sì - sorride Zanetti -. Solo il dieci per cento del pescato è buono, per il resto tutto pesce da buttare. Anzi, noi siamo tenuti a liberare il lago dalle specie infestanti e dobbiamo anche pagare per lo smaltimento e lasciare così spazio alle specie autoctone»”.
Il nuovo presidente dei pescatori si dice stanco di ascoltare promesse: «Sarebbe davvero ora di intraprendere qualche azione concreta per il nostro lago».
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