«Varese, ripresa dal 2017»
Da una parte ci sono i membri del governo che, appena possono snocciolare dati e si affrettano a sottolineare che il vento è cambiato e che il Belpaese ha intrapreso la strada della ripresa. Sull’altro fronte c’è la vita quotidiana: imprenditori che hanno ancora paura a investire, che provano a conquistare nuovi mercati all’estero e che sperano in un incremento degli ordini. Speranza che tra l’altro li accomuna ai loro dipendenti che ancora sono ben lontani dalla convinzione di non dover avere più timori sul posto di lavoro.
In mezzo ci sono gli studiosi, i ricercatori, gli economisti, che cercano di capire che cosa sta succedendo e di dare qualche risposta. Esattamente come Mario Deaglio, autore del XX “Rapporto sull’economia globale e l’Italia” , a cura del Centro Einaudi e sostenuto da Ubi Banca. E così, sfogliando le pagine della ricerca, si scopre che il 2017 potrebbe essere davvero l’anno della svolta. Anche per Varese e la sua provincia.
Ad esserne convinto è anche Giorgio Arfaras, coautore del testo, che martedì 2 febbraio è intervenuto alla Liuc, proprio in occasione della presentazione del rapporto. «Io credo che sia ragionevole pensare al 2017 come anno della vera ripresa - ha detto - anche se con grande realismo bisogna dire che le incognite sono ancora tante. La più importante è rappresentata dal prezzo del petrolio che, inevitabilmente, rappresenta un fattore politico di primissimo piano».
Senza contare, poi, che è vero che l’Italia ce la può fare, ma è altrettanto vero che il Belpaese non è affatto omogeneo. Così, manco a dirlo, Varese ha molte chance in più rispetto, ad esempio, a Cosenza. E non sono solo sensazioni, nè tanto meno pregiudizi.
Articolo completo sulla Prealpina di mercoledì 3 febbraio.
© Riproduzione Riservata