SERIE D
Varese, via al casting per il futuro
Iniziati gli incontri coi gruppi interessati al club. Ma non c’è spazio per i bluff
Quasi un casting. Settimana di incontri, in casa Varese, per capire la reale consistenza delle manifestazioni d’interesse giunte in piazzale De Gasperi dopo che il vicepresidente e proprietario unico del club, Paolo Basile, ha portato allo scoperto la necessità urgente di nuove forze per garantire il futuro.
I faccia a faccia sono cominciati mercoledì e proseguiranno fino a sabato: semplici approcci per possibili approfondimenti. Alla fine della settimana si avrà un primissimo quadro. Ufficialmente non trapela nessun nome, i rumors invece ne offrono a volontà. Comprese una società di procuratori, una famiglia che in passato ha gestito la Pro Patria (i Tesoro) e una cordata che avrebbe, come uomo vetrina, un ex portiere azzurro già transitato senza fortuna nella “città giardino” in vesti dirigenziali (Stefano Tacconi). Le ultime due ipotesi, peraltro, sono state smentite dai vertici del Varese: «Mai sentiti né conosciuti».
In realtà soltanto al termine della settimana si potrà valutare se tra tutte le spinte spuntate dopo l’ allarme biancorosso ne esista almeno una considerabile. Un concetto, comunque, deve essere ben chiaro: non c’è spazio per i bluff, né per situazioni grigie o poco chiare. Qui il discorso è molto semplice: il Varese ha bisogno di persone che siano disposte a mettere sul piatto soldi veri e idee sane. Tutto il resto sarebbe contorno dannoso.
Basile fa sapere che «il lavoro viene portato avanti di concerto con le istituzioni perché il Varese è un patrimonio della città e non di Paolo Basile. Devo fare gli interessi della piazza, dei tifosi, della città, non quelli personali».
Al momento, tra le ipotesi più o meno ventilate, quella più solida porta all’ex patron della Pro Patria, Pietro Vavassori. Ancor più se la sua eventuale discesa in campo venisse “accompagnata” da altri soggetti affidabili (opzione non impossibile a quanto pare). Anche in questo caso sussurri e spifferi proseguono a ritmo incessante, ma nei fatti conta quello che fa e pensa il diretto interessato. E Vavassori, la scorsa settimana, ha fatto sapere di non aver nulla da dire in merito.
Sia chiaro anche un altro concetto: per una svolta seria servirà che alle ambizioni del campo vengano anteposte le esigenze economiche della società e la necessità di intraprendere un percorso finanziario finalmente sano. Con più crudezza significa che se non ci saranno i soldi per mantenere organico e budget attuali, bisognerà avere il coraggio di agire di conseguenza e di non trascinare una situazione malata. Come? Scremando, sfrondando, ridiscutendo, in linea con quelle che saranno le risorse disponibili per il prosieguo della stagione. L’importante è che ciò venga fatto con chiarezza e nettezza.
Vincere piace a tutti, ci mancherebbe, ma ora la priorità è un’altra. Bisogna aprire un paracadute, rinforzare la società, tracciare una nuova strada che abbia la sostenibilità come direzione principale.
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