TESORI
Varesini alla scoperta di Atlantide
«Il patrimonio archeologico e storico può essere salvato con la microdonazione»
Due varesini alla scoperta dell’oro di Atlantide. Un medico dell’ospedale di Circolo, Fabrizio Golonia e un direttore marketing, Federica Fornelli, sono rispettivamente vicepresidente e presidente dell’associazione culturale People4funds. Da Varese parte il progetto di civic crowdfunding per il recupero del prezioso carico della nave dell’oricalco a Gela. Questo il primo obiettivo della raccolta fondi, perché «per essere mecenati bastano due euro», rivolta a tutti i varesini in un progetto ampio, quello della campagna “4everItaly”, iniziativa culturale in cui il senso civico è il perno. «Vogliamo lanciare una proposta concreta di supporto alla tutela che nasce dai cittadini per i cittadini di tutto il mondo, perché l’archeologia, la storia e l’arte non hanno né partiti né colore e così anche i varesini si possono dedicare all’aiuto, alla scoperta, alla tutela e alla conservazione di beni non necessariamente vicini». L’associazione spera ovviamente di concentrarsi presto su Varese e dintorni, per ora ha già avviato un progetto di microdonazione per il recupero del tesoro custodito sotto il mare di Gela. Dalle Prealpi prende dunque vita l’onda civica per sostenere il recupero del prezioso carico di una nave greca ma anche per svelare i nuovi misteri della città etrusca di Kainua (Marzabotto). Ma che cosa c’entra l’oro di Atlantide, l’isola sacra e misteriosa? C’entra perché il professor Sebastiano Tusa, sovrintendente del mare di Gela e archeologo di fama internazionale, ha già recuperato 86 lingotti di oricalco, parte del carico prezioso “sepolto” sotto il mare a soli 5 metri di profondità e perché dell’oricalco parla con un alone di leggenda Platone che nel Crizia mette in relazione l’oricalco con l’isola di Atlantide. «Sono stati recuperati 86 lingotti di oricalco, un ritrovamento eccezionale, ma l’obiettivo è di raccogliere fondi per continuare le ricerche per il recupero del carico, nel litorale di contrada Bulala dove già sono stati ritrovati tre relitti di età greca (scoperta di Francesco Cassarino e dei volontari di Mare Nostrum nel 2014)», dicono i promotori. «L’oricalco è una lega di rame e zinco simile al nostro ottone, considerato nell’antichità un metallo prezioso, al terzo posto dopo l’oro e l’argento per valore commerciale - spiega il professor Tusa -. La scoperta è tra le più importanti di questi ultimi anni sia perché costituisce un unicum come ritrovamento sia perché i reperti finora conosciuti forgiati con questa lega sono molto rari».
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