IL CARDINALE NICORA
Vescovo tra i vescovi. Per sempre
La tomba nella Cripta della cattedrale di Verona
Da martedì 25 il cardinale Attilio Nicora riposa nella Cripta memoriale dei vescovi veronesi, sotto la cappella del Santissimo Sacramento della cattedrale di Santa Maria Matricolare. Ieri, infatti, dopo i solenni funerali celebrati lunedì nella basilica vaticana di San Pietro, la Chiesa veronese ha detto addio al pastore che l’aveva guidata per cinque anni, dal 1992 al 1997.
Un’esperienza che aveva, forse più di altre, segnato il porporato varesino che aveva confidato il proprio rammarico per la brevità di quel ministero: «Avrei avuto bisogno di altri cinque anni».
Non sorprende, allora, la decisione di Nicora di essere sepolto nel duomo della città scaligera perché, in questi giorni, è stata più volte sottolineata la sua grande competenza ed esperienza in campo giuridico ma forse, con questa scelta, il cardinale ha chiesto di essere ricordato principalmente come uomo di Chiesa e non come tecnico a servizio della Santa Sede.
Prima di concludere la liturgia, il vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, che ha presieduto e concelebrato con otto vescovi e numerosi sacerdoti alcuni dei quali provenienti dalla diocesi di Milano, ha ricordato che, in occasione della progettazione della cripta dove è stato sepolto Nicora, chiese che i loculi in marmo avessero una profondità di due metri e quaranta centimetri perché già allora aveva manifestato il desiderio di essere tumulato nel duomo della città: «Se sarò sepolto al Verano. il cimitero monumentale di Roma, mi dimenticheranno in otto giorni. A Verona, invece, certamente qualcuno si ricorderà e dirà una preghiera per me».
Al rito hanno partecipato anche l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, che ha benedetto la salma del cardinale Nicora prima della tumulazione e il cardinale veronese Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria. Scola ha sottolineato che la diocesi ambrosiana e le Chiese lombarde devono molto al porporato varesino non solo per il suo ruolo di rettore del seminario di Venegono Inferiore e di vescovo ausiliare ma anche per il suo impegno giovanile nell’educazione dei ragazzi.
«Ricordo ancora – ha continuato l’arcivescovo di Milano – la sua attività, nel 1958, per far nascere il movimento studentesco dell’Azione cattolica e l’animazione dei campi estivi. Con non piccoli sacrifici veniva a Lecco da Varese con la sua Aermacchi per aiutare a costituire la comunità studentesca». Nell’omelia, il vescovo Zenti ha evidenziato che Nicora è stato «un concentrato di talenti espressione di un’effusione di doni di Dio». Sottolineando il suo elegante senso autoironico, Zenti ha quindi ricordato come Nicora si definì vent’anni fa, quando lasciò la guida della diocesi: «vescovo laico, smagato e longobardo».
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