LA STRADA
Via Montebello, nuova rivolta
Negozianti in municipio per denunciare il calo degli incassi dopo la pedonalizzazione
Quaranta giorni con la piazza Santa Maria semipedonalizzata bastano e avanzano per dimostrare che «la diminuzione dei passaggi c’è stata e ci sta mandando in crisi».
Posizione senza se e senza ma per il gruppo di commercianti di via Montebello che la mattina di ieri, lunedì 12 giugno, si è presentato in Comune - ricevuto dal sindaco Emanuele Antonelli e dal vice (nonché assessore al Commercio) Stefano Ferrario - per innalzare il proprio grido di dolore. E per chiedere l’immediata cancellazione dei provvedimenti viabilistici, sancendo quello che secondo loro è un fallimento, senza neppure aspettare la scadenza dell’ordinanza al 30 giugno per procedere.
«Così non ce la facciamo più, la decisione è piombata senza preavviso sulle nostre attività, i clienti sono diminuiti paurosamente, non c’è nessuna ragione per continuare in questa maniera», è stato il tono degli interventi esposti dal barista-tabaccaio, dal giornalaio, dai titolari di alcuni negozi di abbigliamento, dal gestore di un’erboristeria e pure da un agente immobiliare.
Per tutti loro la pedonalizzazione è stata un disastro.
Lo avevano detto dal primo giorno in cui era stata introdotta la chiusura di un pezzo di piazza per favorire le celebrazioni del mezzo secolo di santuario (scelta che impediva e impedisce di tagliare il centro da via Bramante a via Montebello) che il test non poteva funzionare.
Ora lo hanno ribadito, denunciando di essere andati in crisi nera, cancellabile solo azzerando tutto, quindi ritornando alla movimentazione di macchine che c’era prima e riforniva di clienti occasionali i vari esercizi della strada.
Una riunione, quella di ieri, a cui hanno partecipato anche i vertici delle associazioni di categoria, come il Distretto del commercio (ma in tal caso il presidente Bruno Ceccuzzi ha detto che si dovrebbe insistere, trovando semmai accorgimenti migliorativi) e Ascom, con il direttore Francesco Dallo e il vice Alessandro Castiglioni, nella scomoda situazione di chi deve galleggiare fra la tutela degli associati e l’ascolto delle intenzioni dell’amministrazione.
Già, perché la giunta in realtà vorrebbe rendere perenni le chiusure e i sensi unici introdotti nel mese di maggio, convinta che l’abitudine alle variazioni e l’imminente riapertura di piazza Vittorio Emanuele non potrà che migliorare le cose.
Quindi il summit ha raccolto le lamentele ma non ha partorito nulla. Se non la promessa della riflessione di qualche giorno che porterà a prendere la scelta finale. Il sindaco Antonelli è convinto che la Ztl allargata sia positiva e in effetti i pareri dei frequentatori sono in maniera decisa dalla sua parte. Tuttavia sa anche che non può non ascoltare il grido di dolore delle attività commerciali, la loro convinzione di andare incontro a morte certa se le cose non cambieranno.
Qualche soluzione di mediazione sul tavolo c’è, verrà approfondita, ma c’è anche la paura che si tratti di ipotesi troppo pasticciate che potrebbero aumentare i problemi invece che attenuarli. Ad esempio si valuta se non si possa invertire il senso di marcia in via Montebello, ma così i clienti di passaggio sparirebbero del tutto. Oppure c’è chi pensa in Comune di pedonalizzare la strada per non lasciare l’attuale ibrido, però nessuno se la sente di assicurare che i benefici ci saranno davvero.
Altra idea in campo è la delimitazione delle zone pedonali con sistemi a scomparsa, in modo da attivare il blocco solo nei fine settimana e reintrodurre la vecchia circolazione dal lunedì al giovedì, eppure è una strada che ancora non convince tutti quanti.
Per ora Antonelli e Ferrario hanno ascoltato e assicurato ennesimi approfondimenti. Ma, nel giro di pochi giorni, da questo dubbio infinito sul come gestire la questione si dovrà in qualche modo uscire. Scontentando sicuramente qualcuno.
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