IL SUMMIT
Via Pacinotti, decide il Ministero
Prefetto, sindaco, forze dell’ordine e Ferrovie a confrontoSfuma l’abbattimento, chiesto parere a Mibac e Soprintendenza
Fumata nera, anzi nerissima, dopo il summit a Varese dal prefetto per l’abbattimento dei capannoni di via Pacinotti dove vivono i clochard e dove settimana scorsa è morto il rumeno Gheorghe, 51 anni, che abitava in quegli edifici sporchi e diroccati ormai da tempo.
La proprietà di quegli immobili - ovvero le Ferrovie - ha informato di aver scritto al ministero ai Beni culturali e alla Soprintendenza per sapere se quegli stabili hanno un pregio storico e architettonico, quindi se vadano conservati.
L’istanza è stata inviata con tanto di foto e documentazione. La risposta è attesa ragionevolmente per i prossimi mesi. Se i due enti dovessero sancire la non conservazione dell’ex deposito, ciò non significa che verrà buttato giù subito.
Ferrovie ha infatti annunciato che, in quel momento, farà partire un bando di vendita. Solo dopo che sarà trovato un compratore, si potrà procedere. Come, non si sa. Ma chissà quando.
Niente muro invalicabile
Brinderanno (a Tavernello) i clochard perché, con questi tempi, è difficile che debbano trovarsi una nuova sistemazione a breve. Quella che il povero Gheorghe chiamava «la ferroveria» ha infatti rigettato le soluzioni alternative messe sul tavolo dal sindaco Andrea Cassani. Non provvederà a togliere i tetti, perché ciò non è possibile in presenza di immobili che potrebbero essere sottoposti a vincoli. E neppure costruirà un muro tutto intorno al comparto in degrado perché troppo costoso. Il tutto nonostante abbia la responsabilità su quei luoghi e, dovesse succedere qualcosa di grave (per esempio un episodio simile a quello accaduto all’ex cartiera Vita Mayer dove è caduto e morto un ragazzo di diciotto anni) si prenderà le responsabilità del caso. Ma nulla farà senza che prima Mibac e Soprintendenz facciano sapere cosa ne pensano di quei magazzini.
Un caso incancrenito
L’incontro è avvenuto alla presenza del prefetto Giorgio Zanzi, del sindaco, dei rappresentanti di Rfi (rete ferroviaria italiana) e di FerServizi (la società che gestisce il patrimonio immobiliare delle ex Ferrovie dello Stato) e dei responsabili della polizia, dei carabinieri e della guardia finanza. Un summit in piena regola che non è, però, servito per sbloccare un caso ormai incancrenito.
Sgombero in vista
Ciò non significa, comunque, che i senzatetto possano dormire sonni tranquilli. Da qui ai prossimi giorni potrebbe essere organizzato uno sgombero. Si tratterà, come già successo le altre volte, di un intervento non risolutivo, però. Gli abitanti degli ex depositi delle Ferrovie, infatti, rimangono fuori qualche giorno. Poi fanno un altro varco nel muro vicino ai binari e rientrano da dove erano venuti. Resta da valutare un’ultima strada, quella dell’ordinanza del sindaco, soluzione caldeggiata da alcuni esponenti della sua stessa maggioranza di centrodestra. Ma il primo cittadino, dopo aver sondato l’argomento, d’intesa con il segretario comunale, è arrivato alla conclusione che non può fare niente perché si tratta di uno stabile non di sua proprietà.
Delusione dei residenti
«Abbiamo convocato le Ferrovie davanti al prefetto perché speravamo nella risoluzione del problema - commenta amareggiato il sindaco Andrea Cassani - purtroppo, però, sono stati evidenziati tempi lunghi prima di vedere qualcosa di concreto».
Ancora clochard, ancora sporcizia, ancora degrado in via Pacinotti. Comprensibile la delusione dei residenti che si sentono abbandonati e presi in giro da anni. Ma, stavolta, la colpa non sembra proprio essere del Comune.
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