INCIDENTE ALLA TRE VALLI
Vigile investito, l’ira dei colleghi
Sulpl all’attacco: «Più garanzie, altrimenti faranno senza di noi»
Accanto all’apprensione per le condizioni del collega ferito martedì durante la Tre Valli Varesine, c’è la rabbia per quei nodi venuti ora al pettine nel modo più drammatico. Sì, perché da tempo gli agenti della polizia locale di Varese chiedono più garanzie per la loro attività di servizio. E l’incidente in cui è rimasto ferito il vigile motociclista, che in via Valle Luna si è scontrato frontalmente con un’auto appena uscita da un’azienda agricola nonostante fosse circuito di gara, ha fatto emergere le problematiche in tutta la loro gravità.
A ripercorrere col pensiero quei drammatici istanti è Andrea Mantovani, 29 anni, l’agente più giovane del Comando di via Sempione e uno dei sei motociclisti in possesso della patente di servizio per guida ad alta velocità, che martedì era di pattuglia col collega rimasto ferito: «Quel giorno dovevamo anche essere di riposo, ma siamo stati richiamati in servizio proprio per la Tre Valli – racconta l’agente, che è anche delegato del Sulpl, sindacato di categoria –. Eravamo all’apertura della gara, come da disposizioni, lui davanti e io poco più dietro. La nostra velocità, come avviene in questi casi, era calibrata in base a quella del gruppo di ciclisti e quando siamo scesi dalla via Valle Luna è arrivata l’auto e l’ha centrato in pieno: l’ho visto volare in aria, pensavo sarebbe morto». Nel violento impatto con la vettura, guidata da una donna, ha rimediato la frattura del bacino e altre lesioni, ma per fortuna non è in pericolo di vita benché la prognosi sia ancora riservata.
Ora però si aprono questioni complesse, denunciate dal sindacato: «Il nostro collega – spiega Gabriele Ferro, vicesegretario provinciale del Sulpl – si troverà a percepire soltanto lo stipendio base dall’Inail, decurtato di qualsiasi indennità, a prescindere da quello che ha patito e che dovrà patire. Se si fosse trattato di un agente della Polizia di Stato avrebbe invece potuto contare sulla causa di servizio e sull’equo indennizzo». Di più: «L’amministrazione comunale precedente – aggiunge Alex Conte, segretario provinciale del Sulpl, a sua volta presente alla corsa di martedì come uno dei due motociclisti a chiusura del gruppo – nell’aprile dell’anno scorso tolse anche una forma di assicurazione stipulata proprio per il servizio degli agenti di polizia locale: aveva un costo di meno di 20mila euro annui ma le nostre proteste furono inutili. Sarebbe opportuno che ogni soggetto coinvolto nell’organizzazione di queste manifestazioni sportive tenesse conto di tutti questi aspetti». Il segretario nazionale Mario Assirelli ha già annunciato che il sindacato Sulpl si costituirà parte civile, benché l’agente ferito non sia un loro iscritto.
L’analisi torna poi ai fatti di tre giorni fa: «Il presidente della Società ciclistica “Binda” Renzo Oldani ha affermato che l’incidente è avvenuto “tecnicamente fuori corsa”, quindi che il collega si trovava lontano dal gruppo, ma non è corretto – rimarca Ferro -. Sarebbe interessante ipotizzare il numero di ciclisti che sarebbe rimasto a terra esanime se il collega non avesse fatto da scudo: se lui non fosse intervenuto e fossero rimasti coinvolti atleti in gara, si sarebbe sicuramente parlato di un problema di sicurezza». Come siano andati i fatti e di chi possano essere le responsabilità, sarà chiarito dall’indagine affidata alla Polizia stradale. Di certo c’è che al Comando di via Sempione la tensione è massima: «Non si può andare avanti così: in queste manifestazioni gli agenti trascorrono tutto il giorno a prendere insulti, a fronte di costi enormi per il Comune – concludono i rappresentanti sindacali -. Per non parlare dei rischi, appunto. Se non cambierà qualcosa, dalla prossima corsa in poi faranno senza di noi».
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