IL CASO
Vigili aggrediti. E senza difese
Allarme per gli ultimi episodi. Agli agenti solo lo spray non balistico e niente sfollagente
L’aggressione di domenica 16 dicembre, a Beata Giuliana, in cui a restare coinvolti per colpa di un ubriaco violento sono stati anche i vigili oltre ai carabinieri, fa il paio con quella della settimana prima in cui tre agenti della polizia locale furono spediti al pronto soccorso.
Episodi eclatanti a cui se ne aggiungono tanti altri meno plateali ma nei quali gli uomini (e le donne) del comando finiscono nel mezzo di zuffe o momenti di tensione. Episodi, soprattutto, che stanno facendo salire l’allarme all’interno del corpo municipale.
Perché il problema, al di là di tutte le riflessioni legate all’escalation di violenze e al poco rispetto per un pubblico ufficiale, passa concretamente attraverso la dotazione strumentale delle pattuglie.
Un elemento su cui il comandante Claudio Vegetti e gli altri referenti del settore lavorano con attenzione da tempo, senza riuscire a trovare una via di uscita.
Il punto di partenza è che oggi i vigili si ritrovano senza modi per depotenziare una minaccia per loro e per i cittadini. Certo hanno la pistola, ma di fronte a un ubriaco che mena le mani non è certo quella la risposta. Anzi, l’arma diventa un pericolo in più quando si scatena una colluttazione.
Da anni gli agenti e i loro sindacati invocano la necessità di percorrere altre strade. Due in particolare, che lo stesso comandante Vegetti sta esplorando da tempo.
«A breve - spiega - verranno forniti di uno spray al peperoncino non balistico per il quale è stato effettuato un corso e di un bastone distanziatore. Queste sono le dotazioni che il ministero ha approvato».
Detto così sembra un passo avanti, né Vegetti è uomo votato alla polemica. Ma si capisce dal suo sguardo che non è quella la soluzione a cui puntava.
Infatti lo spray non è quello balistico che consente di neutralizzare a distanza un individuo che si facesse avanti con toni minacciosi, si tratta bensì del semplice erogatore che qualsiasi donna potrebbe comprare e mettere in borsetta se temesse per la propria sicurezza; potrà servire qualche volta ma è molto meno efficace dell’altro e il suo utilizzo può risultare complicato in alcune situazioni, al punto da creare rischi pure per chi lo usa.
Sul distanziatore, invece, siamo ai livelli della mazzettina in gomma che all’estero viene utilizzata come indicatore stradale.
Se servisse, può essere usato per tenere a distanza di qualche decina di centimetri una persona aggressiva, ma pensare di chiamarlo sfollagente è un’eresia. Oltretutto finora non si è riusciti neppure a ottenere il bastone estensore che la polizia locale di Milano invece utilizza e che qualche valore in più potrebbe averlo. Il risultato è che i vigili bustesi, oltre che pochi, restano esposti ai pericoli.
Le loro competenze sono tante, le multe rappresentano una piccola parte del lavoro, ma oggi (e non per colpa del Comando) li si sta mandando sul campo a fare sicurezza urbana senza mezzi per garantirla. Né per proteggere loro stessi.
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