LA SENTENZA
Violentò la ex. Condannato
I due giovani si erano lasciati dopo dieci anni di storia tormentata. Poi l’aggressione sessuale. La pena: sei anni
Dieci anni di amore malato, così lo ha definito senza troppi giri di parole anche il pubblico ministero Francesca Gentilini chiedendo sei anni e tre mesi per il ventiseienne accusato di violenza sessuale e violenza privata.
Dieci anni in cui la ragazza ha provato a lasciarlo a più riprese senza mai riuscirci, perché grazie ai condizionamenti psicologici e affettivi lui la riagganciava sempre.
Fino allo stop definitivo che ha portato al punto di non ritorno.
L’imputato è stato condannato a sei anni di reclusione, una pena alta, raggiunta grazie al lavoro di squadra: i carabinieri e la Procura che hanno raccolto tutti gli elementi salienti della vicenda ottenendo anche la misura cautelare di divieto di avvicinamento, l’avvocato Cristina Torretta che ha assistito la vittima e l’associazione Eva onlus che l’ha sorretta nel momento più difficile, il post denuncia,
Perché è sempre quella la fase più critica, quella in cui il persecutore offre il meglio delle sue performance.
La storia della giovane non è diversa da tante altre che approdano in aula ogni giorno. Soggiogata da un uomo prevaricatore, geloso oltremodo, dispotico, ha cercato di sopportare il più a lungo possibile.
Poi, grazie anche alle amiche e a una cultura antiabusi molto più diffusa rispetto a un decennio fa, ha deciso di mettere la parola basta alla loro relazione malsana.
Questo a febbraio del 2016, ma da lì in avanti fu un inferno per lei. L’ex ha continuato a farle pressing raggiungendo il culmine con un episodio di stupro, dalla cui accusa lui ha comunque sempre provato a difendersi, anche in aula.
In altre parole sarebbe riuscito a intrufolarsi in casa e a obbligarla a una prestazione dicendole «che glielo doveva», facendo leva ancora una volta sulle fragilità della ragazza.
Approfittando di un attimo di distrazione la giovane riuscì però a scappare dai vicini e a chiedere aiuto. Arrivarono i carabinieri e partirono le indagini dalle quali scaturì un’ordinanza restrittiva di divieto di avvicinamento alla vittima, puntualmente trasgredito dall’imputato.
La giustizia è stata però rapida ed efficace e l’altro giorno il collegio giudicante presieduto da Maria Greca Zoncu ha condannato l’uomo al massimo a cui una parte offesa potesse aspirare. Con grande soddisfazione di Eva onlus che da anni combatte ormai in prima linea accanto alle donne in balia di uomini pericolosi e prevaricatori.
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