SPORT & SALUTE
Visite a giovani agonisti: si paga
Esaurito il budget regionale per i centri accreditati. Protestano genitori e società
Ci risiamo. Pure quest’anno, a due mesi dalla fine del 2017, quasi tutti i centri accreditati per le visite mediche di idoneità agonistica hanno visto esaurirsi i fondi pubblici per le visite gratuite.
Sostanzialmente la Regione, tramite le Aziende di tutela della salute (ex Asl), da anni garantisce per i minorenni in regime di sport agonistico di effettuare gratuitamente una visita approfondita, peraltro obbligatoria per legge.
Un sistema che funziona e garantisce sulla salute di migliaia di ragazzini.
Per esempio, per il basket la gratuità è riservata agli atleti tesserati dall’Under 13 (il minibasket non è chiaramente considerato agonistico) fino al compimento della maggiore età. Quest’anno, come d’altronde avvenuto nel 2016, i soldi stanziati sono evaporati a circa due mesi dalla fine dell’anno. E così succede che chi telefona ai centri convenzionati che a Varese sono il Campus e MedSport, si può sentire rispondere : «La visita medica sportiva di suo figlio se la deve pagare. Abbiamo finito il budget».
Risultato: chi ha avuto la fortuna di effettuare (o rinnovare) l’adempimento entro l’estate, l’ha fatto gratuitamente, chi invece è arrivato adesso, rischia di doverselo pagare. Di conseguenza è scattata la bagarre, con genitori e società sportive imbufalite.Il motivo?
Le associazioni, senza copertura medica, bloccano l’atleta da ogni attività. E i genitori, per superare l’impasse, devono aprire il portafogli e pagare circa 60-65 euro. Chi può permetterselo.
«Siamo punto e a capo - tuona Marco Conti, uno dei direttori sanitari di MedSport, centro accreditato di Varese - e la situazione vede molti centri col budget esaurito. Noi abbiamo ancora un po’ di spazio ma lo esauriremo rapidamente. Di certo si tratta di una situazione inaccettabile perché così molti centri fanno pagare la visita ai minorenni nonostante essi siano obbligati a farla. In attesa che si risolva la situazione, gireremo l’utenza all’Ats. Il problema di fondo è che le Aziende di tutela della salute, nonostante la pressione dell’anno scorso di molti centri, non hanno preso in considerazione l’allargamento dei budget, a parte delle microvariazioni».
Un paradosso, perché da un lato le istituzioni pubbliche investono nella promozione della pratica sportiva dei giovani contro l’obesità, la sedentarietà, eccetera, dall’altra non si garantisce un servizio basilare, come la visita sportiva agonistica gratuita.
«Eppure - aggiunge Conti - basterebbe che Regione o Asl contassero i tesserati di ogni singola federazione sportiva per sapere, più o meno, quanti sono i giovani che, potenzialmente, potrebbero effettuarla. È di una banalità sconvolgente ma si sa, in Italia, le cose banali a volte si faticano a portare in porto. E così se si è sfortunati o ci si iscrive a uno sport negli ultimi due mesi dell’anno, si deve pagare per una visita obbligatoria e che tutti gli altri minori hanno effettuato gratuitamente. Siamo di fronte a una situazione cervellotica e socialmente sbagliata che, oltretutto, innesca una concorrenza non corretta fra i centri».
L’anno scorso dopo l’esplosione del problema, le istituzioni interessate intervennero e sistemarono la questione. Quest’anno?
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