L’INDAGINE
Vito, Alba e uno strano testamento
Spunta un lascito a favore della coppia accusata della tragica scomparsa di Marilena Re
Un documento con un lascito totale dei suoi averi firmato dall’anziana che fu ospitata da Rosa De Alba e Vito Clericò, i coniugi di Garbagnate Milanese indagati per il sequestro della promoter Marilena Rosa Re e del cui omicidio è accusato lo stesso Clericò, è stato acquisito nei giorni scorsi dalla Procura di Busto Arsizio.
Scritto a mano su un foglio di carta a righe, denominato “testamento olografo“, il documento riporta le presunte volontà della donna che, fino alla sua morte, a partire dal 1997, fu ospitata nella casa della coppia. Coppia a cui l’anziana, deceduta a 76 anni nel 2002, avrebbe lasciato denaro e beni mobili.
«Ho venduto l’appartamento di mia proprietà ubicato a Milano, ho dato il ricavo della vendita alla signora Alba De Rosa, coniugata Clericò - recita il documento datato luglio 1998, circa dieci mesi dopo l’inizio della convivenza con la coppia - in cambio di ospitalità nella sua casa».
Venduta la sua casa, l’anziana avrebbe scelto di aprire un conto corrente cointestato con la donna che la ospitava.
«Ho deciso anche di aprire un conto corrente bancario intestato a me e alla signora De Rosa, la quale è autorizzata da me a prelevare qualsiasi cifra e in qualsiasi momento ritenuto da lei opportuno” e, ancora, «autorizzo inoltre la signora Alba ad usare tutti i miei risparmi come meglio crede e ad estinguere il conto corrente bancario dopo il mio decesso, spero il più tardi possibile. Prego pertanto tutti i miei parenti di astenersi dal pretendere alcunché».
L’autenticità del documento è al vaglio degli inquirenti.
I rapporti tra l’anziana e Rosa De Alba sono rientrati nelle indagini sulla morte della promoter di Castellanza Marilena Re, a seguito dei numerosi prestiti ricevuti da De Alba e suo marito Vito Clericò nel corso degli anni. Oltre ai circa sessantamila euro ricevuti dalla vittima, mai restituiti e per gli inquirenti movente del delitto, De Rosa e suo marito hanno ricevuto un prestito di altri trentamila euro da un suo ex collega di lavoro e, prima ancora, gli stessi risparmi dell’anziana autrice del testamento.
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