FILM
«Vivo e veneto», l’operaio e lo straniero
Un biciclettaio padovano e il suo nuovo apprendista africano. Fra loro il dialetto veneto, unico mezzo di comunicazione usato dall’artigiano per insegnare allo straniero l’arte delle piccole riparazioni. Dialetto che, da apparente elemento di chiusura verso l’altro, diventa invece veicolo d’integrazione grazie a una trama che si snoda fra incomprensioni ed equivoci, a tratti comici, per poi sfociare in un’amicizia.
È la trama di «Vivo e veneto», il corto di Alessandro Pittoni e Francesco Bovo che si vede il 15 maggio a Cairate, alle ore 20.45 in sala padre Martegani, in via Alberti 6.
Come spiegano i registi, l’idea di sviluppare il tema dell’integrazione partendo dall’ironia a tratti feroce della terra veneta, è nata dall’osservazione del quotidiano. Per gli stranieri, in molti ambienti di lavoro, l’incapacità di comprendere le regole che vengono impartite è all’ordine del giorno e non è raro che i ritmi di produzione prevedano, senza tante gentilezze, che si debba fare prima di capire.
Ma il messaggio veicolato da questo cortometraggio è proprio che spesso sono sufficienti piccoli gesti per venirsi incontro e abbattere ogni barriera fondata sul pregiudizio.
C’è dell’altro. Il corto aiuta a scoprire quanto sia importante il lavoro nella vita delle persone. Subito possiamo cogliere la disponibilità a sperimentare, a mettersi in gioco, da parte di entrambi i protagonisti. Il titolare del laboratorio, che assume una persona che non conosce il mestiere e con la quale è pure difficile intendersi. L’operaio che, pur non conoscendo quel lavoro, si impegna per imparare un mestiere che sa essere importante per il suo futuro, la sua vita.
Secondo, non si tratta di un’attività legata al mondo di internet piuttosto che all’industria 4.0, eppure è importante per la società. I lavori manuali sono sempre molto richiesti e possono offrire molte opportunità di occupazione. Non vanno snobbati. Imparare, possedere un mestiere è importante in tutti gli ambiti, le attività e le professioni cui si aspira.
Infine, il rispetto della persona. In modo molto semplice, ma efficace, il video ben evidenzia che quando c’è rispetto e collaborazione tra imprenditore e lavoratore, tra impresa e lavoro, l’azienda funziona e ottiene risultati. Il lavoratore rivendica giustamente i propri diritti e la propria dignità, l’imprenditore li riconosce e l’impresa diventa produttiva.
Partecipano alla serata la pedagogista Chiara Ferrè e Paolo Zuffinetti di Enaip Busto Arsizio.
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