LA PROPOSTA
Voglia di Gioconda
Pietro Macchione, autore di un libro sull’impresa di Vincenzo Peruggia a inizio ventesimo secolo: «Oranizzerò una serata con Sgarbi per ripercorrere la storia varesina del capolavoro»
Non verrà a Varese e sembra impossibile che possa valicare le Alpi per tornare a toccare il suolo italiano, ma la missione di Vittorio Sgarbi per tentare di riportare Monna Lisa nel Bel Paese, ha toccato profondamente anche il Varesotto, con cui la Gioconda ha uno stretto rapporto. Il 20 agosto 1911 Vincenzo Peruggia da Dumenza compì il furto del secolo, rubando il capolavoro dal Louvre e tenendolo nascosto per due anni, probabilmente nelle valli del Luinese. Un’impresa su cui Pietro Macchione scrisse il libro “Ho rubato la Gioconda”, e che ora lancia un’idea al vulcanico critico d’arte: «Nel caso non riuscisse a riportare in Italia la Monna Lisa - dice l’editore-scrittore – chiederò a Sgarbi e al nuovo assessore alla Cultura del Comune di Varese (Roberto Cecchi, ndr) di organizzare comunque una serata sulla Gioconda e sul furto di Peruggia. Qui, a Varese. Chiaramente avere il dipinto sarebbe un colpo eccezionale, ma anche soltanto parlarne avrebbe una risonanza internazionale. Per quanto concerne invece un’eventuale esposizione della Monna Lisa in Italia, Milano potrebbe essere la sede più giusta, ma anche Firenze rappresenterebbe il suo alveo più naturale. La vedo comunque complicata che i francesi la lascino andare, seppure soltanto per quattro mesi».
Chiaramente ciò darebbe rilevanza anche al furto dell’Arsenio Lupin del Verbano: «E’ bello pensare – aggiunge Macchione – che fra i nostri concittadini vi è un personaggio come Peruggia che, negli anni, è stato riabilitato e non considerato soltanto come un criminale. Nei suoi confronti l’interesse dei media è stato crescente, anche perché il suo furto fu eccezionale. Fra l’altro il mito direbbe che Peruggia abbia restituito una copia non vera e avremmo ancora un’occasione per parlarne. Nel Varesotto abbiamo tante perle che però non valorizziamo. Un peccato».
Il quadro fu recuperato il 12 dicembre del 1913 a Firenze, dove Peruggia aveva fissato un incontro con l’antiquario Alfredo Geri che avrebbe dovuto acquistarlo per la somma di 500mila lire. Andò a finire in un altro modo e da allora la Gioconda rimase a Parigi senza più toccare il suolo italiano. Per sempre?
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