L’INAUGURAZIONE
Volandia omaggia Bertoni
Un’ala del museo nelle ex officine Caproni dedicata al papà della 2 Cavalli e della Ds, il varesino per più di trent’anni creatore dei gioielli Citroen. Ma anche inventore, scultore e pittore di grande talento
L’automobile è una scultura industriale da quando ha incontrato Flaminio Bertoni. Riconosciuto come uno dei più importanti designer di automobili della prima metà del XX secolo, il padre della 2 Cavalli soffriva del fatto che la sua notorietà fosse decisamente inferiore a ciò che era stato in grado di creare. I motivi erano tanti: era un italiano (anzi un varesino) in Francia, e poi il suo nome veniva oscurato dal marchio Citroën, che doveva primeggiare su tutto. In suo nome, ora Volandia ha regolato i conti con il passato. «Gli abbiamo dedicato un padiglione del nostro museo», ha detto ieri il presidente del Parco e museo del volo Marco Reguzzoni durante l’inaugurazione del Padiglione Bertoni. E se lo merita. E’ lui ad aver disegnato alcuni dei modelli passati alla storia della Citroën: la Traction Avant 11Bl, la Ds19, la 2Cv e la Ami 6 Berlina. Bertoni è stato scultore, pittore, architetto, un artista poliedrico che si è affermato a livello internazionale nel campo del design della carrozzeria.
Volandia ha riproposto, in versione ampliata, il percorso espositivo già creato in via Valverde a Varese nel 2007 da Pierguido Baj, presidente dell’associazione che porta il nome dello stilista automobilistico varesino. Che spiega: «In questo nuovo spazio espositivo troverete il Bertoni designer d’auto, ma non solo». C’è anche il Bertoni artista, pittore e sculture di fama internazionale, attratto in particolare dalla figura umana. I nudi di donna o le scene di lotta tra uomini sono i suoi due soggetti prediletti. E poi c’è il Bertoni innovatore. «Forse in pochi lo sanno ma brevettò tantissime cose. Dall’asse del water, sì lo ha inventato proprio lui, fino a un missile per l’aeronautica militare che poi venne scartato soltanto perché era troppo costoso. Era un personaggio talmente eclettico che ci ha lasciato in eredità migliaia di fogli pieni di appunti, idee, intuizioni. Non a caso ha chiamato il figlio Leonardo».
Flaminio Bertoni nacque a Masnago nel 1903 e da giovanissimo cominciò a lavorare come apprendista nella Carrozzeria Macchi, divenuta poi Aermacchi. E’lì che imparò il mestiere prima di diventare progettista indipendente e poi ricevere, non ancora trentenne, la chiamata da Parigi della Citroën. Da lì fu una escalation di successi. Osare era la sua missione. La sua prima creazione fu la rivoluzionaria Traction Avant, nata in una sola notte scolpendo con la plastilina il prototipo. Qualche anno dopo arrivò la 2 Cavalli, inizialmente concepita con un faro solo, e poi la Ds, presentata nel 1955 al Salone dell’Automobile di Parigi. «Cambiò il concetto stesso di automobile», ricorda Baj. Col passare degli anni, Bertoni sviluppò sempre più l’equivalenza tra scultura e design di carrozzerie d’auto. Tanto che, quando nel 1957 la Ds19 venne esposta alla Triennale di Milano, scrisse al presidente dell’Esposizione permanente reclamandone la paternità e sottolineando che l’auto esposta era da considerarsi un esempio di “scultura industriale”.
Custoditi per alcuni anni da Terreni Elsauto, ora la Ds, la 2 Cavalli e gli altri gioielli di “scultura industriale” esposti a Volandia hanno trovato la loro collocazione definitiva, all’interno delle ex Officine Caproni, nel reparto che la storica azienda di Vizzola Ticino aveva già adibito al reparto lattoneria.
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