QUATTRO ARTISTI
We call it Africa
Una proposta interessante e nuova è la mostra «We call it Africa. Artisti dall’Africa Subsahariana»: «La scelta del titolo - spiega la curatrice Silvia Civelli - vuole provocatoriamente soffermarsi su quante volte si adoperi una forzata specificità geografica o generazionale, circoscrivendo o, peggio, ghettizzando una particolare scena creativa. We call it Africa è il tentativo di esplorare le diverse Afriche, gli innumerevoli universi sia culturali che estetici che popolano questo poliedrico panorama, mettendo l’accento sul rapporto fra arte e società contemporanea». Quattro artisti, che vantano già importanti partecipazioni internazionali, per la prima volta in Italia raccontano le tante contaminazioni nell’arte di temi di grande attualità.
Maurice Mbikayi (Repubblica Democratica del Congo, 1974) si concentra sull’impatto della tecnologia nel tessuto sociale africano, e sulla triste realtà delle discariche di rifiuti elettronici che stanno letteralmente avvelenando l’Africa.
Marcia Kure (Nigeria, 1970) s’interroga sugli effetti del post-colonialismo e la conseguente frammentarietà identitaria e sociale.
L’intreccio di suggestioni spesso in contrasto fra loro torna in Dimitri Fagbohoun (Benin, 1972), che spazia fra scultura, video e installazioni.
La giovane Bronwyn Katz (Sudafrica, 1993) mette al centro della sua ricerca l’importanza della terra come depositaria ma anche custode della memoria sudafricana con le sue cicatrici.
«We call it Africa. Artisti dell’Africa Subsahariana» - Milano, Officine dell’Immagine, via Atto Vannucci 13, inaugurazione giovedì 9 febbraio alle ore 19 alla presenza degli artisti, fino al 2 aprile da martedì a sabato ore 11-19, ingresso libero, info 02.91638758.
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