LAVORO
Whirlpool: la festa dopo l'accordo
Anche la presidente Esther Berrozpe alla grigliata con dipendenti e famiglie: una giornata di relax dopo la dura trattativa in difesa dei posti di lavoro
«Ne avevamo bisogno, ci voleva»: lo dice con un sorriso dal palco di Comerio, Esther Berrozpe, presidente di Whirlpool Emea e vicepresidente esecutivo di Whirlpool Corporation. La prima donna della storia della multinazionale americana a rivestire questa carica (dal 2013). Due anni difficili, minacciati dalla crisi e dalla ristrutturazione. Il “Discovery Day”, a parte l’anno scorso e due anni fa, è sempre stato un appuntamento tradizionale dell’estate: i lavoratori del quartier generale europeo di Comerio portano i familiari in azienda. Poi, spazio a giochi, animazione, barbecue e divertimento per tutti. Ma questa volta l’evento ha avuto un sapore particolare, a pochi giorni dal referendum che ha sancito il sì dei 2.500 dipendenti (fra Comerio e Cassinetta) al piano industriale siglato da Whirlpool e sindacati.
«Questa giornata ha una lunga tradizione, apriamo le nostre porte perché vogliamo che le famiglie e i bambini tocchino con mano il lavoro quotidiano dei loro genitori - ha detto la presidente prima della festa nel suo ufficio con vista mozzafiato sul lago di Varese -. Anche mio figlio, che ha nove anni, mi chiede spesso che cosa faccio. Ma questa è una situazione speciale, in un anno complesso che ha visto l’acquisizione di Indesit e sei mesi di trattativa lunga, difficile, complessa. Siamo poi riusciti a portare a buon fine l’accordo: il segreto? Trasparenza, obiettivi comuni e contenuti. Il piano è stato definito “bomba”, “inqualificabile”: ma poi è stato approvato con minime correzioni, a parte un aiuto maggiore al Sud. Volevamo assumere di più al Nord. Stiamo costruendo un’azienda più forte, capace di crescere e svilupparsi in Europa, dove vogliamo essere leader. Ora ci fermiamo per le ferie, poi ricominceremo a settembre, carichi per affrontare due anni impegnativi».
Un’iniezione di ottimismo con i piedi per terra rilanciata anche alle famiglie riunite nell’area piscina, alcune in costume e tenute informali. Come informale è la numero uno Emea (alla guida cioè dell’area che include Europa, Medio Oriente e Africa), spagnola dei Paesi baschi che parla un italiano perfetto e ha le idee molto chiare. «Stiamo costruendo il futuro, ci saranno due siti amministrativi, a Comerio e a Fabriano - prosegue -. In questi mesi valuteremo quali mansioni saranno mantenute e quali saranno trasferite. Vogliamo ridurre al minimo gli spostamenti e facilitare la riqualificazioni e il cambio di lavoro. Avevamo diverse possibilità, compresa quella della vendita totale, ma abbiamo deciso di investire in Europa, dove abbiamo il 30 per cento dei dipendenti (7mila su 26mila) e un terzo della produzione. E un mercato che vale più di tutta l’America. Investiremo 500 milioni in 4 anni».
Non ancora sicuro, invece, il futuro di Comerio: il nuovo centro europeo potrà restare qui, con una ristrutturazione della ex Ignis non più adeguata a standard moderni, oppure trasferirsi in un’area nuova fra Varese e Milano. «In ogni modo stiamo valutando e coinvolgeremo le istituzioni nella decisione. Non siamo la multinazionale che baratta, che prende e se ne va, come dice qualcuno: pensiamo alla tenuta dell’azienda nel tempo. Per farlo, dal 2010 abbiamo dovuto affrontare crisi e anche ristrutturazioni, riducendo anche la forza lavoro, è vero». Nel piano industriale, invece, non sono previsti licenziamenti: si spera di sfoltire duemila posti con uscite volontarie, prepensionamenti e scivoli. Il messaggio rivolto ai dipendenti è positivo. «Grazie a tutti per aver contribuito a questo risultato, adesso andiamo in ferie e torniamo più carichi di prima». La presidente estrae i biglietti della lotteria con i bimbi, assegnando come premio i nuovi elettrodomestici Whirlpool. «Guardiamo al futuro con più speranza», conclude.
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