Cina
Xi Jinping come Mao e Deng: Pcc ne sancisce la "centralità"
Confermata la linea dura contro la corruzione
Roma, 27 ott. (askanews) - Il Plenum del Comitato centrale del Partito comunista cinese, in un comunicato, ha definito il presidente Xi Jinping il "centro" del partito, usando una formula che precedentemente era stata utilizzata solo per Mao Zedong e Deng Xiaoping. Si tratta di un'indicazione di un ulteriore rafforzamento del ruolo del leader, che sta cercando di rispolverare l'immagine del partito in una fase di rallentamento della grande corsa dell'economia del paese.
Nel comunicato finale del Plenum, che si è tenuto a Pechino ed è durato quattro giorni, l'assise ha chiesto a tutti i suoi membri di "unirsi strettamente attorno al Comitato centrale del Pcc con il compagno Xi Jinping al suo centro". Il documento riassume gli esiti di una riunione alla quale hanno partecipato i 400 principali esponenti del partito e che ha avuto all'ordine del giorno cambiamenti alla struttura del partito e la questione della disciplina, termine con il quale si tende a indicare l'annoso problema della corruzione.
La definizione di Xi come leader "centrale" era stata già emersa lo scorso dicembre dai quadri regionali del partito. Secondo gli analisti, il fatto che fosse poi scomparsa vuol dire che ci sarebbero state resistenze nella nomenklatura ad accordare al presidente uno status che comporti poteri tanto estesi. Per di più ci sono speculazioni secondo le quali il leader potrebbe puntare a restare al potere più dei dieci anni solitamente accordati a un leader e incertezze sul fatto che, effettivamente, Xi intenda nominare il suo successore alla fine del primo mandato quinquennale da presidente, il prossimo anno, come accaduto nel suo caso. "La leadership centrale può durare per sempre", ha commentato Willy Lam, professore di politica presso la Chinese University di Hong Kong.
Sebbene la costituzione cinese stabilisca che un presidente nazionale non possa stare al potere per più di due mandati quinquennali, la vera fonte del potere per un leader cinese è il partito e non esistono limiti di tempo per la carica di segretario generale del Pcc.
Xi, dal suo arrivo al potere, ha lanciato un'azione forte di pulizia del partito attraverso una campagna anticorruzione molto dura affidata all'onnipotente Commissione centrale d'ispezione di disciplina. Nella rete sono finiti anche personaggi in vista, come l'ex numero uno della sicurezza cinese Zhou Yongkang e altre personalità che erano ascese ad alti livelli di visibilità e potere sotto le precedenti leadership di Jiang Zemin e Hu Jintao. Alcuni osservatori hanno ipotizzato che, dietro questa campagna, ci sia anche la volontà di eliminare blocchi di potere rivali all'interno dei quadri i partito.
La severità della campagna, tuttavia, ha avuto una controindicazione: i quadri del partito sono sostanzialmente paralizzati dalla paura di fare passi falsi. Analisti avevano suggerito che, nel Plenum, sarebbe potuta emergere una posizione più morbida, in grado di dare un po' di respiro al partito. Tuttavia, nel comunicato, si ribadisce la "tolleranza zero" nei confronti dei comportamenti sbagliati. Il partito - si legge - "deve perseverare nella costruzione di un sistema dove non c'è spazio per la corruzione, non è possibile essere corrotti e non si pensa alla corruzione".
(Fonte Afp)
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