LA NOVITÁ
Un’app contro bulli e droga
Filo diretto notte e giorno tra Questura e giovani con YouPol
Lo studente che assiste a un atto di bullismo in classe.
Il ragazzo - ma anche l’uomo, la donna, l’anziano o l’anziana - che in piazza individua un probabile spaccio di droga.
Sono loro i “destinatari” della nuova app della Polizia di Stato YouPol, disponibile da martedì 15 maggio per tutti e per entrambe le principali piattaforme che forniscono software per cellulari, l’App Store di Apple e il Play Store Android.
A che cosa serve YouPol?
Permette, anche in provincia di Varese, di inviare segnalazioni alla sala operativa della Questura, anche in forma anonima, se si è testimoni o si è venuti a conoscenza appunto di episodi di bullismo o di traffico di stupefacenti, fornendo in automatico la propria posizione grazie al GPS integrato in tutti gli smartphone.
Tornando così ai “destinatari” dell’App, lo studente testimone del bullismo dei compagni può usare YouPol per mandare un testo e una foto alla polizia, e la stessa cosa può fare il ragazzo, o l’adulto informatizzato di qualsiasi età, che in un posto qualsiasi assista a una vendita di droga o in altro modo ne venga a conoscenza.
L’avvio del progetto è avvenuto in via sperimentale in alcune grandi città italiane, dove in un semestre circa i download effettuati sono stati più di 118mila, le segnalazioni per casi di bullismo 1.152 e quelle per uso di sostanze stupefacenti 2.132, per un totale di quasi 3.300 segnalazioni giunte nelle Questure solo attraverso YouPol.
In Questura, a illustrare la novità, sono stati il capo di gabinetto Luigi Marsico, che ha sottolineato come l’app avvicini la polizia in particolare ai giovani e per questo è per ora limitata a certi reati, e il dirigente delle Volanti Francesco Sammartino, che ha spiegato che ogni segnalazione (anonima o di utente registrato) viene analizzata dalla sala operativa nell’arco delle 24 ore senza alcuna interruzione, «ma si tratta appunto di mere segnalazioni, non di denunce, e l’app non va usata nemmeno in caso di emergenza, perché per quello c’è il 112».
Lo strumento è inoltre duttile, perché se usato in città diverse da Varese chiede all’utente se vuole inviare la segnalazione alla Questura del luogo. A prova di “fake news”.
«Chi dovesse usare l’app per fare scherzi sarà “bannato”».
E trasparente: l’utente registrato potrà vedere quando il messaggio con eventuale foto è stato letto, quando è stato preso in carico e quando è stato chiuso, e cioè trasmesso per interventi e approfondimenti alle varie articolazioni operative della Questura o all’Arma dei carabinieri.
Il dirigente della Mobile Maurizio Greco ha detto poi che la polizia crede molto nell’app, ma ha sottolineato che tutti gli altri canali di comunicazione «restano», dalla denuncia vera e propria alla chiamata in situazioni di emergenza.
E Patrizia Coda, dirigente dell’Anticrimine ha chiuso gli interventi definendo YouPol «un’app amica, grazie alla quale nessuno resta solo: un modo per aiutare le vittime ma anche le persone che si sono rese responsabili di atti illeciti».
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