LA TRATTATIVA
Zucchi verso la cassa integrazione
I sindacati spingono in questa direzione per tutelare i dipendenti del gruppo, un migliaio. L'accordo pare vicino
Da un lato c’è la richiesta di concordato già presentata dal gruppo Zucchi per poter ripartire e un debito con le banche da ristrutturare, del valore di cento milioni di euro. Dall’altra c’è la volontà, da parte dei sindacati, di tutelare i dipendenti dell’azienda (compresi anche i punti vendita), un migliaio in tutto. La soluzione, concreta e possibile, si chiama cassa integrazione ed è stata messa sul tavolo dai delegati di Cgil Cisl e Uil. Martedì 16 l’incontro con l’azienda e a breve si dovrebbe arrivare alla sigla dell’accordo sindacale.
«Stiamo lavorando per la costruzione di un ammortizzatore sociale in grado di tutelare i dipendenti dell’azienda, compresi anche quelli dei punti vendita - spiega Giovanni Sartini, della Cgil - Nonostante la procedura di concordato e la trattativa in corso tra aziende e banche, la crisi continua a produrre i suoi effetti. E noi intendiamo tutelare i lavoratori». L’ipotesi di accordo prevederebbe una cassa integrazione straordinaria per un anno, con anticipo da parte dell’azienda. Sarebbe a rotazione e dovrebbe coinvolgere un largo numero di lavoratori, in modo da avere il minor impatto sociale possibile.
Resta poi il nodo della Mascioni, controllata dal gruppo Zucchi, anch’essa in concordato. Per salvarla servirebbe l’ingresso nella società di un nuovo socio, un fondo oppure un imprenditore che abbia serie intenzioni di fare business. «La Mascioni - continua Sartini - non è una azienda decotta, tutt’altro. Ha subito la crisi Zucchi, ma è una azienda sana che ha bisogno soltanto di un rilancio». La prossima settimana è già stato fissato un incontro tra azienda e sindacati proprio per fare il punto sull’azienda varesina.
Intanto, giovedì 18, ci sarà una nuova riunione tra il management aziendale del gruppo Zucchi e i referenti degli istituti di credito. L’obiettivo è arrivare a un accordo per la ristrutturazione del debito entro il prossimo 22 agosto, così come previsto dalla procedura di concordato.
«Siamo in un momento delicato - spiega ancora Sartini - ma riconosciamo l’impegno dell’azienda per riuscire ad uscire da questa situazione difficile. E’ un percorso difficile, che però sta condividendo anche con le organizzazioni sindacali. E ciò è positivo».
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