VERSO LE ELEZIONI
Gallarate, Mucci parla da sindaco: frizioni a livello di guardia
Nervosismo in maggioranza. Il segretario di Forza Italia esorta gli alleati a riprendere in mano il Pgt
Un forte richiamo agli alleati affinché si prenda in mano la pratica lasciata troppo a lungo nel cassetto, quello lanciato da Nicola Mucci sul Pgt? Magari, da ex sindaco e non soltanto da segretario di una Forza Italia ormai rinata, anche un modo per dimostrarsi pronto a correre tra un paio d’anni per il ruolo già ampiamente assolto una volta che nel centrodestra si ridistribuiranno le candidature alla fascia tricolore tra Gallarate, Busto Arsizio e Varese? Oppure la rivendicazione del proprio peso politico in un periodo in cui, vuoi anche e soprattutto per l’imminenza delle Europee, nella coalizione di governo sia nazionale sia gallaratese emergono frizioni tra Fratelli d’Italia, Lega e FI?
NERVOSISMO IN MAGGIORANZA
La risposta più scontata, oltre che più ovvia da avere, è un sì al primo quesito. Ma se sul secondo ci sarà fino al momento del dunque una negazione che - secondo molti - lascerà il tempo trovato, sul terzo ci sono gli spifferi di Palazzo Borghi, le voci della piazza e le evidenze dell’aula consiliare a manifestare un certo nervosismo nella maggioranza. Per carità, il fenomeno emerge a ondate dall’inizio del mandato attuale e nello scorso era addirittura deflagrato. Tuttavia l’insofferenza in particolare tra Lega e FI, con FdI in posizione ormai dominante, sarebbe arrivata ai livelli di guardia.
IL LITIGIO E LE URLA
Il momento acuto risalirebbe a un paio di settimane fa in municipio: al primo piano sarebbero riecheggiate le urla di un feroce litigio non passato inosservato e proseguito al tavolo di maggioranza. Tra Lega e Forza Italia. Questioni che, finite fuori palazzo attraverso il solito tam tam della politica locale, sarebbero riassumibili nella tentazione di cacciare i forzisti dalla giunta Cassani potenziando la presenza meloniana. In altre parole, secondo rumors, mettere un componente di FdI (il nome girato è quello di Stefano Romano) al posto di Rocco Longobardi (FI). Accettando il rischio di perdere qualche pezzo in consiglio comunale. Voci. Peraltro, scappate da ambienti di maggioranza. E rimaste nell’alveo del condizionale non essendo seguita concretizzazione ufficiale.
IL RICHIAMO
Concretezza avuta invece nell’ultima seduta, in occasione dell’approvazione del rendiconto 2023, con il capogruppo forzista pronto a richiamare pubblicamente l’esecutivo a decidere cosa si possa insediare a Gallarate e ad andare oltre al semplice food and beverage. Discorso ora amplificato da Mucci. A dimostrazione che Forza Italia non è più quella di tre anni fa e non si fa intimorire. Nemmeno FdI si fa intimorire. Almeno fuori dalla giunta. Come dimostra il richiamo fermo - anche questo non è passato inosservato - del presidente del consiglio comunale, Marco Colombo, sia alle opposizioni di centrosinistra sia al sindaco Andrea Cassani allorché il confronto era trasceso. Segnali tra le righe. Di una maggioranza che sta mutando i suoi equilibri.
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