IL MESSAGGIO
A Cairate luci in marcia contro la violenza
Oltre 250 persone hanno partecipato al corteo dopo il pestaggio di Bolladello

La pioggia che stasera, giovedì 5 giugno, scendeva fitta non ha fermato i cairatesi. Almeno 250 - o forse 300, difficile contare sotto gli ombrelli - le persone che ugualmente hanno preso parte alla camminata per dire no alla violenza organizzata dalle scuole, dal Comune e dalle parrocchie dopo il pestaggio dell’ultima domenica di maggio davanti al cimitero di Bolladello. «Se i lumini si spengono usate i cellulari, usate quello che volete per fare luce», ha detto la sindaca Anna Pugliese. Poche parole, le sue, prima che il serpentone partisse alla volta della scuola: «Grazie a tutti stasera siamo una grande comunità». E proprio ieri è uscito dall’ospedale il papà di 43 anni che aveva avuto la peggio il giorno della violenza in via Bozza al Ponte, colpito all’occhio da un gruppo di giovanissimi che poco prima avevano avuto una lite con il figlio e un suo amico.
Impacchettati nelle giacche impermeabili o con gli stivaletti, a Bolladello c’erano mamme, papà, ragazzini dell’oratorio con la maglia della squadra di calcio, consiglieri comunali, cairatesi di tutte le età. Da tutti e tre i centri del paese. Niente parole. «Il nostro messaggio è che c’è tanta gente», il commento del parroco, don Cristiano Carpanese, anche lui con il cappuccio calato sulla testa. «Sono orgogliosa - aggiunge Eleonora Tosato del comitato genitori - La comunità è qui nonostante la pioggia».
L’idea della fiaccolata era nata l’indomani del pestaggio proprio per dire che no, Cairate non ci sta alla cultura della violenza. La comunità intera non ci sta.
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