CENTRO
«Qui non passa nessuno»
L’allarme lanciato da due storici locali

Della Gallarate da bere tutta aperitivi, movida e pausa pranzo, c’è soltanto il ricordo sbiadito.
Ieri mattina, domenica 30 gennaio, con il sole che ha scaldato centro e isola pedonale, i bar sono riusciti a lavorare per qualche ora prima che si ripiombasse nelle difficoltà e nell’assenza di clientela che stanno caratterizzando gli ultimi mesi. Il grido di disperazione parte da due storici locali amati e apprezzati, quindi sempre premiati fino a due anni fa dalla presenza non soltanto dei gallaratesi, ma dei residenti di tutto il territorio. Sono Il Barbaresco e NorcinArte.
A dura prova
Le lunghe serate deserte stanno mettendo a dura prova le attività che stringono i denti, riconoscono gli aiuti di Comune e associazioni di categoria, ma difficilmente vedono alternative ora. Anche se la parola d’ordine è resistere e non abbassare la qualità dell’offerta. A partire da ieri. Quando la colonnina di mercurio segnava 15 gradi verso mezzogiorno e in tanti si godevano un aperitivo all’aperto. Ma per risollevare le sorti dei locali non sono sufficienti due giornate di sole.
Pallida festa
«Abbiamo festeggiato i nostri 18 anni di attività con una pallida festa: soltanto con una torta», racconta la titolare del Barbaresco, Chiara Soragna, fotografando la situazione. «Cerchiamo di non perderci d’animo e ci rimbocchiamo le maniche, anche se non è semplice. Anche il nostro umore ne risente: il 24 gennaio il locale è diventato maggiorenne, in passato avremmo fatto una grande festa divertendoci e condividendo la gioia di un traguardo importante. Quest’anno un po’ per via delle disposizioni sanitarie, un po’ per lo spirito meno festaiolo abbiamo optato per un momento molto più sobrio. Questo è l’indicatore di ciò che sta accadendo». Entrando nello specifico l’esercente spiega: «Durante la settimana la strada è deserta. Non passa anima viva. Di pausa pranzo non se ne parla e la sera è ancora peggio. Aperitivi o dopo cena pochissimi». L’idea di chiudere alcuni giorni alla settimana? «Ci abbiamo pensato, ma abbiamo optato per restare aperti e tenere duro. Certo, abbiamo ridotto l’orario. Tante volte chiudiamo alle 22: è deprimente restare aperti senza che nessuno entri nel locale». Anche il personale è stato ridotto. «A volte sono sufficienti due o tre persone, me compresa», fa spallucce Soragna, che però cerca di non perdere il sorriso e accoglie i clienti nella domenica mattina della speranza.
Sembra un sogno
«Oggi siamo pieni, sembra un sogno», afferma Marco Saltarin, titolare di NorcinArte, mentre affetta prosciutti e salami preparando taglieri dietro al bancone. «Purtroppo però dura il tempo di un aperitivo: lavorare due giorni alla settimana è molto duro e impegnativo». È mezzogiorno e l’esterno del locale è quasi pieno. «Ieri e oggi (sabato e domenica, ndr) abbiamo lavorato a pranzo, la sera è molto complicato e fatichiamo». Tenere un locale aperto per lavorare solo due giorni alla settimana sta diventando impegnativo anche per sostenere le spese. «L’amministrazione anche per quest’anno ha dimezzato il costo del plateatico venendo incontro alle attività. Ma il problema è che tra Green Pass e contagi, si fatica parecchio». Così ci si aggrappa a una mattina finalmente movimentata tra la pista di pattinaggio e i locali per l’aperitivo. Ma sono lontanissimi i tempi in cui era difficile trovare un posto dove parcheggiare. In centro.
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