IL GIORNO DEL CARROCCIO
A Pontida per l’«arringa» di Salvini
Domenica l’adunata della Lega sul “sacro suol”. Due i temi: sostegno al leader a processo e autonomia. «Da Varese in mille»

«Domenica non sarà una giornata come le altre, una Pontida come le altre. Domenica sarà una giornata importante, non tanto per gli ospiti e le televisioni che arriveranno da tutta Italia e da tutto il mondo, ma soprattutto perché il tuo sostegno e la tua presenza mi daranno quella forza che mi accompagnerà fra qualche settimana in quel tribunale, dove a rischio non c’è tanto la mia libertà, quanto la libertà di fare politica, di governare e amministrare, di vivere in un Paese davvero libero, autonomo e democratico». Domenica è il 6 ottobre: adunata a Pontida. Il sostegno è richiesto a tutti i militanti della Lega. Lo invoca, con lettera inviata alle sezioni, il segretario federale, Matteo Salvini, vice premier e ministro delle Infrastrutture, per il processo Open arms che lo vede imputato, con l’accusa di sequestro di persona. A chi si domanda come sarà la Pontida 2024, qual è il tema forte, questa è la prima risposta. La prima. Non l’unica.
BOSSI E ORBAN
La difesa del popolo (leghista) al suo leader è - per ammissione dello stesso Salvini - la questione che rende appunto questa Pontida diversa dalle altre. Ma c’è anche la presenza, tra gli ospiti sul palco del “sacro suol”, del primo ministro ungherese Viktor Orbán, dell’olandese Geert Wilders, leader e fondatore di un partito di Destra, del portoghese André Ventura, omologo di Destra, e di Marlene Svazek, vicepresidente del partito che ha vinto le elezioni in Austria. Senza dimenticare il generale Roberto Vannacci, eurodeputato eletto con la Lega. Chiaro il messaggio politico a livello europeo: su immigrazione e sicurezza, c’è un fronte ribattezzato “populista” che non arretra. Avanza. E questo rafforza l’«arringa» che Salvini intende pronunciare a Pontida per il suo processo.
Ma sull’appuntamento nel comune della Bergamasca dove dal 1990 si tiene il rendez-vous leghista, aleggia sempre la figura di Umberto Bossi, il fondatore del movimento. Fu lui a “creare” Pontida. E Salvini lo sa bene. Non a caso, ha ricucito in parte il rapporto - mai sbocciato in realtà - col Senatùr, andandolo a trovare a Gemonio il mese scorso. Obiettivo: disinnescare la potenziale polemica dell’ala fondamentalista bossiana che è rimasta all’interno del partito ma rinfaccia ai vertici di trascurare le battaglie identitarie locali a vantaggio di altro (vedi il Ponte sullo Stretto). Ecco allora il secondo grande tema di Pontida 2024: l’autonomia. Che era già stata in primo piano nell’edizione dello scorso anno.
LA SPEDIZIONE DEI MILLE
«Mi aspetto una grande partecipazione a Pontida» spiega il segretario provinciale della Lega, Andrea Cassani, che sta gestendo la trasferta dei militanti. «Pensavamo di non organizzare i pullman, anche perché tutti ormai si spostano con mezzi propri. Ma ce li hanno chiesti in tanti e così ne abbiamo previsti due e le prenotazioni li hanno quasi completati». Cassani precisa di aver ricevuto, dai militanti di tutte le sezioni provinciali, un annuncio di alta adesione: «Tra seicento e settecento». E a questi vanno aggiunti i partecipanti che non hanno la tessera e quindi sfuggono alle stime preventive. «Diciamo che dalla nostra provincia saranno un migliaio».
«UNITI SIAMO PIÙ FORTI»
Cassani assisterà davanti al palco. Ma se fosse dall’altra parte - sul palco - che cosa direbbe al popolo del Carroccio? «Che uniti siamo più forti, che dobbiamo conservare lo spirito di univocità di voci. Chi scredita il partito non fa un danno a Salvini, lo fa a tutti i leghisti». Messaggio rivolto ai “dissidenti” che, con un piede dentro e uno fuori dal movimento, vorrebbero il ritorno, seppure in chiave contemporanea, di una Lega indipendentista.
Il segretario provinciale della Lega conferma poi nell’accoppiata processo e autonomia, il clou dei temi. «La richiesta di condanna per Salvini ha suscitato sdegno. La prova è arrivata dalla raccolta di firme ai gazebo che è andata benissimo anche in provincia di Varese. Io ero al gazebo di Gallarate e ho visto aderire persone che non orbitano nella Lega militante e che forse votano altro. Devo dire che lo sconcerto si registra anche a livello internazionale: solo in Italia viene fatta una richiesta di condanna per un ministro che ha difeso i confini. In altri Paesi gli avrebbero dato una medaglia».
CURIOSITÀ, PONTIDA, LA REGOLA DEL 4
La prima edizione, come detto, risale al 1990. Da allora, l’appuntamento annuale c’è sempre stato salvo qualche eccezione (l’ultima nel biennio 2020-21 del Covid). C’è una regola del 4 che segna la storia delle manifestazioni sul “sacro suolo”. Nel 1994, fu un’edizione con doppio appuntamento e quello autunnale ad alta tensione politica (e quindi di particolare interesse anche giornalistico) per via dell’ultimatum che Bossi lanciò al neo costituito governo Berlusconi: da Pontida le avvisaglie di ciò che sarebbe avvenuto un mese dopo e cioè la caduta dell’Esecutivo. Un salto avanti di dieci anni ed ecco che nel 2004 Pontida restò deserta: Bossi fu ricoverato d’urgenza a marzo, la Lega rimase mesi col fiato sospeso, e l’adunata quindi saltò. Avanti di altri dieci anni e il 4 in fondo segna un altro appuntamento tra i più carichi di attese: nel 2014, la prima Pontida con Salvini segretario della Lega, dopo il travaglio che c’era stato. Ora il 2024.
FONTANA: «A PONTIDA PER CAMBIARE MARCIA»
«L'Autonomia è una riforma utile e necessaria e deve diventare sempre più una bandiera per la Lombardia e per chi, come la Lombardia, ha il coraggio di assumersi responsabilità. Per il bene dei suoi cittadini e dell’Italia intera»: il presidente della Regione Attilio Fontana lo ha sottolineato alla vigilia del raduno leghista di Pontida.
«Attaccare questa riforma significa essere complici del voler vivacchiare, del non essere in grado di cambiare marcia. Noi, a questo gioco - ha aggiunto - non ci stiamo e fin da domani, a Pontida, rivendicherò questa posizione». «La Lombardia traina e trainerà il Paese. Un Paese che con l’Autonomia - ha concluso - correrà ancora più velocemente».
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