LA SENTENZA
Abusi sessuali, patrigno in carcere
L’uomo condannato a 3 anni e 8 mesi. Vittima la figlia 13enne della seconda moglie
Abusi su minori tra le pareti domestiche: per un caso denunciato, nove non vengono mai alla luce.
La vicenda di Morazzone ha avuto come vittima una 13enne. Proprio lei ha avuto il coraggio di denunciare il patrigno, un uomo poco più che 45enne, marito in seconde nozze della madre.
Per un paio d’anni, il futuro indagato-imputato per violenza sessuale su minore, che si è scoperto poi incline (all’insaputa del coniuge) a condotte sessuali esplicite all’insegna dell’esibizionismo spinto, avrebbe tormentato la ragazzina intrufolandosi nel suo letto la notte e dando libero sfogo alle sue perversioni sessuali.
Di fronte alle confidenze della figlia ai genitori di un’amica che era stata ospite della 13enne nel novembre del 2014, la madre non ha avuto esitazioni e ha scelto di stare dalla sua parte, cacciando di casa seduta stante il marito, poi finito in manette un anno dopo la denuncia-querela della parte offesa.
Processato con rito abbreviato, è stato condannato dal Tribunale di Varese a tre anni e otto mesi di reclusione. Una pena severa, ora confermata dalla Corte d’Appello di Milano, che quando diventerà definitiva lo costringerà a tornare in carcere, nonostante abbia già scontato oltre un anno e un mese tra carcere e arresti domiciliario. Condannato a un anticipo sul risarcimento di 25mila euro per la figliastra e di 8mila euro per l’ex moglie (entrambe rappresentate dall’avvocato Fabio Margarini), l’imputato, a fine pena, dovrà scontare una misura della durata di un anno che gli impedirà di avvicinarsi a luoghi frequentati da minori.
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