LA BOTTEGA
Addio a mezzo secolo di primizie
Chiude l'ortofrutta Lancini, storico negozio di corso Matteotti

Ai lati del registratore di cassa c’è una foto in bianco e nero, che ritrae mamma Lina e papà Gianni sulla soglia della loro bottega di ortofrutta in piazza Marsala. Perché la storia della “premiata ditta” Lancini è cominciata lì, per proseguire poi con il trasferimento del negozio nel salotto buono di Varese. Correva l’anno 1960 e sul contratto di locazione, battuto a macchina come si faceva allora, i due coniugi si impegnavano a pagare un affitto di 600mila lire l’anno. Ed è lì, nell’emporio di frutta e verdura di corso Matteotti, che il signor Fabrizio ha messo piede per la prima volta quando aveva solo 14 anni, e «mi sono subito innamorato di questo mestiere che è stato la mia vita» dice, con gli occhi lucidi di commozione. Già, perché tra poche ore per lui e la moglie Wilma, che da sempre lo accompagna in questa avventura, la saracinesca scenderà sull’attività in via definitiva, per lasciare il posto a “Camicissima”.
"Chiudiamo sabato 31 ottobre - spiega - ma non riapriremo più. È stata una decisione sofferta, e mi mancherà tutto, questo posto che è stato la mia vita per 54 anni, la gente e le storie di questo corso, che ho avuto la fortuna di vivere nei tempi d’oro. Ma sono stanco".
Insomma davvero il lavoro è stato per lui "uno straordinario viaggio", vissuto un giorno dopo l’altro alzandosi alle cinque del mattino, per poi andare a fare rifornimento ai grandi mercati, perché "la merce va scelta personalmente", quindi le tante ore passate in piedi e al freddo in quello stretto negozio, dove solo un piccolo corridoio separa le cassette di frutta e verdura, esposte come fossero gioielli in vetrina, con le pere decana sigillate con la ceralacca perché non maturino troppo presto, e le tante primizie, dagli asparagi ai frutti tropicali, cachi e uva americana. Le stesse che finivano nei cesti di Natale, rigorosamente confezionati e infiocchettati a mano di notte, quando ancora c’era chi ci teneva a fare la differenza con un regalo. Ma adesso, spiega Lancini, «non c’è più riscontro, la vecchia clientela sta scomparendo e i giovani vanno al supermercato. Purtroppo col rischio che la qualità si perda nella quantità". E non che sia mai stato un Cartier della frutta, ma a chi gli fa notare di esser caro lui non ha timore di rispondere: "Non ho mai guardato i prezzi, ma il meglio per i miei prodotti".
Così chiude orgogliosamente la sua storia, preparando un cartello per ringraziare clienti e amici che hanno reso possibile "questo lungo, faticoso, ma straordinario viaggio" ma già guarda con preoccupazione al prossimo lunedì. "Con chi chiacchiererò?" si chiede, rincuorato solo dall’idea di poter concedere un po’ di tempo a sé stesso e alla sua famiglia e di poter passare per la prima volta un Natale normale, perché "prima eravamo troppo stanchi anche per mangiare".
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