LA SCOMPARSA
Addio a Sandra Milo
La musa di Fellini è morta a 90 anni. Il cordoglio dell’assessore Caruso

Sandra Milo, la musa di Fellini, morta oggi a 90 anni nella sua abitazione, ha accompagnato la vita di tante generazioni di italiani. Pseudonimo di Salvatrice Elena Greco, nata a Tunisi l’11 marzo 1933, la Milo aveva una singolarità : il suo modo di essere, la sua personalità hanno quasi oscurato la sua lunghissima e straordinaria carriera. Mezz’ora al telefono con lei e la volevi subito amica: eri già pronto a confidarti e chiederle consigli. La sua filmografia è ‘monstrè, poco meno di oltre 70 film, si va da Roberto Rossellini ad Antonio Pietrangeli, da Sergio Corbucci a Federico Fellini, da Luigi Zampa a Dino Risi, da Luciano Salce a Duccio Tessari, da Pupi Avati a Gabriele Salvatores fino a Gabriele Muccino, solo per citarne alcuni. Socialista ai tempi di Bettino Craxi che frequentò per due anni, per diciassette anni amante di Federico Fellini (una cosa confessata per la prima volta a Porta a porta nel 2009), si può dire che abbia fatto della sua vita affettiva un vero e proprio film. E questo già dalle nozze nel 1948, a quindici anni, con il marchese Cesare Rodighiero (matrimonio durato 21 giorni), fino alla relazione di undici anni con Moris Ergas (da cui nacque Deborah) per arrivare, infine, all’unione con Ottavio De Lollis (da cui ha avuto Ciro e Azzurra). Sempre nel segno di “una svanita piena di saggezza“, nel 2007 la Milo, durante una intervista tv, raccontò di aver aiutato la madre in fin di vita a morire.
«Mia madre si stava consumando - disse allora l’attrice tra le lacrime -. Così , mi chiese di aiutarla a morire. Mi ha fatto uscire dalla stanza, ed è morta, sola, come lei voleva. So che c’è molta gente a favore dell’eutanasia e molta contro, ma come si fa a dire ‘nò se sai che quella persona non avrà scampo a causa del male che l’ha colpita? La gente deve poter morire con dignità.” Tornando alla sua carriera, il primo ruolo importante arriva nel 1959 con ‘Il generale Della Roverè, per la regia di Roberto Rossellini, in cui interpretava il ruolo di una prostituta al fianco di Vittorio De Sica. Un ruolo analogo fu quello ricoperto poi l’anno dopo in “Adua e le compagne” di Antonio Pietrangeli. È poi protagonista con Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni nel film ‘Fantasmi a Romà ancora di Pietrangeli. Nel 1962 torna al cinema con ‘Il giorno più cortò di Sergio Corbucci, dove recita con Totò, Eduardo e Peppino De Filippo, Jean-Paul Belmondo, Ugo Tognazzi e Aldo Fabrizi. Cruciale poi l’incontro con Fellini che la chiamava affettuosamente “Sandrocchia” e la rese protagonista di due capolavori: 8½ del 1963 e Giulietta degli spiriti del 1965. È stata anche diretta, fra i tanti, da Luigi Zampa in “Frenesia dell’estate” del 1963, da Dino Risi in “L’ombrellono” del 1965, a fianco di Enrico Maria Salerno. Sandra Milo è entrata anche nella storia della tv italiana per un celebre scherzo ai suoi danni nel 1990, durante la trasmissione pomeridiana “L’amore è una cosa meravigliosa”. Una telefonata anonima in diretta informa che suo figlio Ciro è ricoverato in ospedale in gravi condizioni in seguito ad un incidente stradale. La Milo non riesce a trattenere le lacrime e scappa dallo studio urlando «Ciro, Ciro». La notizia dell’incidente risultò falsa, ma le sue urla divennero sui media un tormentone. Tra i suoi ultimi impegni Pupi Avati la vuole nel 2003 nel suo film ‘Il cuore altrovè e nel 2010 Salvatores nel suo “Happy Family” mentre al teatro arrivano per Sandra Milo: “8 donne e un mistero”, “Il letto ovale”, “Fiori d’acciaio”, “Il club delle vedove” e “Una fidanzata per papà”. Nel 2003 la abbiamo vista su Sky Uno nel viaggio televisivo di “Quella brave ragazze” accanto a Mara Maionchi e Marisa Laurito e nella puntata di “BellaMà” su Rai2 in cui Pierluigi Diaco le lasciò la conduzione del programma per 40 minuti in cui si confrontò con i ragazzi in studio, che oggi sarà riproposta.
IL CORDOGLIO DEL’ASSESSORE CARUSO
«Oggi ci lascia un'attrice straordinaria e icona del cinema italiano. Una donna che, con ruoli e in ambiti molto diversi, ha segnato la vita culturale e artistica dell'Italia dal Dopoguerra a oggi. Le sue indimenticabili interpretazioni hanno dipinto il ritratto di una donna poliedrica e un'interprete unica, diventata musa ispiratrice di grandi registi come Federico Fellini. Resta eterno e indimenticabile il suo ricordo». Così l'assessore lombardo alla Cultura, Francesca Caruso, ricorda Sandra Milo, scomparsa oggi all'età di 90 anni.
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