IL LUTTO
Addio al pioniere dei trapianti
È mancato a 80 anni il professor Aldo Bono, storico primario di Urologia al Circolo

Una vita dedicata alla medicina, ai pazienti, ma anche all’arte e al sociale. Si è spento all’età di 80 anni (li avrebbe compiuti il 21 dicembre) il professor Aldo Bono, medico di fama, storico primario del reparto di Urologia dell’ospedale di Circolo, in pensione dal 2004 dopo aver retto l’unità operativa per tre decenni, dagli anni Settanta.
Una lunga parabola che l’ha reso un punto di riferimento, un maestro per tanti camici bianchi di ieri e di oggi. "Siamo tutti cresciuti alla sua scuola, con lui abbiamo imparato tecniche chirurgiche che prima erano ritenute eroiche e invece poi sono diventate routine - commenta commosso il suo successore alla guida dell’Urologia varesina, Alberto Mario Marconi -. Per trent’anni è stato un primario capace e innovativo. Grazie a lui, il reparto è cresciuto, superando i confini provinciali per affermarsi sempre più a livello internazionale".
Con il professor Bono, anche nella Città Giardino si è sviluppata la tecnica dei trapianti di rene: in principio furono i prelievi destinati ad altri centri d’eccellenza, poi, nell’ottobre del 1996, arrivò il primo trapianto totale in terra varesina. Un’operazione che portò proprio la firma del primario, in collaborazione con l’equipe di Nefrologia di Luigi Gastaldi. Da allora, questo campo è cresciuto costantemente e in dieci anni, fino al 2006, si contavano già 400 interventi. Così il Centro trapianti di Varese è approdato al quarto posto a livello lombardo, dopo Niguarda, Politecnico di Milano e di Brescia: anche grazie alla specializzazione nel doppio rene e nel trapianto multiorgano rene-pancreas.
Una strada che continua, un filo rosso che si rinnoverà anche nel nome del suo pioniere: "Di sicuro proseguiremo ricordando i suoi insegnamenti - continua il professor Marconi -. Aldo Bono era un grande chirurgo, che ci ha fatto affrontare e superare i rischi operatori. Tutti abbiamo imparato da lui: personalmente ritengo di aver fatto la scelta migliore arrivando a Varese. Trovai un primario sicuro, rampante, coraggioso, senza paura".
Il medico era stato anche presidente della Società italiana di urologia, nonché chairman di Eortc, l’organismo internazionale in campo oncologico. "Il suo contributo fu fondamentale nell’Oncologia varesina - prosegue l’attuale primario -
Ma gli interessi di Bono erano davvero multiformi e diversificati: era stato tra i fondatori e dirigenti dell’Aima, l’associazione che si prende cura dei malati di Alzheimer".
L’impegno nel volontariato era costante, condotto con grande umiltà e spirito di servizio: "È stato lui ad avere l’intuizione di creare l’ambulatorio della memoria al Molina - racconta il consigliere comunale Luisa Oprandi, attiva anche in Aima -. Anzi, io proposi alla Commissione comunale di visitare ufficialmente la struttura per rendersi conto del grande servizio e delle enormi potenzialità di questo luogo. Aldo era anche un caro amico".
La sua era una personalità dalle mille sfaccettature: musicista appassionato di clavicembalo, era anche un apprezzato pittore. "Ha sempre partecipato alla rassegna d’arte nel borgo organizzata dagli Amici di San Fermo, di cui sono vicepresidente - prosegue Luisa Oprandi -. Di sicuro la prossima edizione sarà dedicata a lui e proporremo un’antologica delle sue opere migliori".
Aldo Bono viveva a Buguggiate: lascia la moglie Licia e i due figli Fulvia e Flavio. I funerali non sono stati ancora fissati: ma è facile immaginare che saranno in tantissimi a rendere omaggio a un medico e a un uomo speciale. Una persona di carattere ma non caratteriale, un chirurgo dal volto umano che mancherà a tutti.
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