LA VERTENZA
Addio degli islamici a via Pacinotti
Incontro tra il sindaco Cassani e la comunità. Serve un’area alternativa

«Il parere del sindaco non è cambiato di una virgola dalla prima volta che lo abbiamo incontrato».
Con un inizio di frase così, arrivata al termine di un incontro tanto atteso come quello tra il sindaco Andrea Cassani e i vertici della comunità islamica gallaratese, il timore che ci si trovi di fronte all’inizio di una tempesta diplomatica sembrerebbe verosimile. Ma non è questo il caso, anzi.
«Come è stato in passato, anche oggi abbiamo trovato di fronte a noi una persona aperta, disponibile, cortese e gentile».
Da parte di Djellil Ayed, imam di Gallarate, non c’è nessuna polemica, solo complimenti.
L’idea quindi cambia: dato che non c’è tempesta, ci si può aspettare di vedere il sole brillare sulla vicenda. Non proprio.
«Non è stata trovata una soluzione», prosegue. «Abbiamo parlato molto, ci siamo spiegati e abbiamo risolto alcuni dubbi. Si è però capito che non torneremo in via Pacinotti e che quindi verrà pensata un’altra area».
Sembra infatti che i luoghi dove gli islamici svolgevano, fino a un mese fa, la preghiera del venerdì, siano da tempo assegnati agli arcieri di Gallarate, che però hanno anche altri spazi dove svolgono la loro attività. Tutto resta immutato, compresa l’incertezza per il futuro.
«Ancora non sappiamo dove faremo la preghiera questa settimana».
Quello di oggi si preannuncia come un altro venerdì senza preghiera dunque, dopo la parentesi isolata di due settimane fa nel prato di una parte della Boschina a Crenna.
«Ma è giusto così», spiega Ayed, accompagnato dal presidente della comunità, Abdul Jabbar e dal suo vicepresidente Mohamed Elyoubi.
«L’errore è nostro che non eravamo a conoscenza dei dettagli della delibera emessa dalla passata amministrazione. Il comportamento del primo cittadino è più che legittimo. Non avevamo i permessi per stare lì e nessuno può dire che sia sbagliato il suo comportamento».
Nessuna rabbia per il cambio delle chiavi del lucchetto, ma resta il fatto che il dialogo dovrà proseguire per cercare di arrivare a una svolta.
Dall’amministrazione trapela che la soddisfazione per i chiarimenti, durati quasi un’ora, sia reciproca. Ora, dopo il disgelo, bisogna capire quanto il terreno sotto il ghiaccio sia fertile.
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